Dopo i dati sul turismo, aspettiamo una pagina dedicata ad una seria riflessione sul lavoro stagionale, l’altra faccia, la più dolorosa del tessuto economico cittadino.

Aspettiamo inoltre un confronto con il resto della città che vive e lavora 365 giorni all’anno e non solo di turismo. Aspettiamo anche dati altrettanto chiari e possibilmente trasparenti sullo sviluppo economico della nostra città, sulle possibilità di lavoro per i giovani che non siano lavoro sottopagato stagionale.

Si snocciolano dati mirabolanti e progetti per il 2026 ma non si fa altrettanto con gli altri volti dell’economia di questa città che dovrebbero destare preoccupazione: un comune che perde di vista il vero tessuto economico cittadino ha probabilmente una visione distorta della realtà e continua a trascurare il valore delle relazioni territoriali per la valorizzazione delle imprese attive e per il supporto agli imprenditori in difficoltà, per il sostegno ai giovani spesso costretti a trasferirsi perché a Senigallia non ci sono possibilità e per contrastare il problema che continua a dilagare del lavoro stagionale sottopagato e spesso senza alcuna garanzia.

L’apertura dello sguardo al contesto economico complessivo, non solo al turismo, permetterebbe di studiare strategie per riqualificare il lavoro, ridefinire il settore economia e i nuovi investimenti in una chiave strategica di maggiore sostenibilità ambientale e sociale. È una scelta ambiziosa e non facile che porterebbe forse a sacrificare qualche pagina mirabolante di giornale. Ma è una scelta imprescindibile per ricominciare a far crescere una città come Senigallia.

Il progetto che abbiamo in mente ha alla base questa relazione stretta tra imprese, istituzioni, sindacati e scuole per la lotta al lavoro nero e la tutela della dignità del lavoro, per una strategia economica e di sviluppo che includa tutti i settori (agricoltura, pesca, terzo settore, manifatturiero, artigianato), per salari adeguati e standard di sicurezza.