Siamo sommersi da proteste cittadine in merito alla sanità pubblica del nostro Ospedale.

Abbiamo già segnalato il caso della paziente che non trovava posto in tutta la Regione per eseguire una Colposcopia, esame vitale per la medicina preventiva, del Pronto Soccorso oggetto di una gara (la salute non è fare a chi arriva primo!) per l’assunzione estiva di medici solo per 4 mesi (e dopo?), dell’Utic di Cardiologia senza cardiologi sufficienti, della Dialisi estiva non attivata perché i medici sono obbligati a coprire i turni del Pronto Soccorso e del Laboratorio Analisi ora oggetto di una disorganizzazione senza limiti.

Le criticità nelle specialità sono diverse e ne abbiamo citate solo alcune ma in particolare ci colpiscono quelle riguardanti i servizi tra cui il Laboratorio Analisi e la Radiologia.

Una segnalazione sul Laboratorio ci colpisce per la crudezza della situazione.

Una paziente con una grave patologia certificata da specialisti ci segnala quanto segue:
“Disavventura per fare un esame del sangue per controllo della quantità di assunzione medicinali importanti.
Mi rivolgo ai Totem per prenotare, questa la sequela della mattinata:
Provo in una farmacia, ma non funzionava l’applicazione. Vado in un’altra dove mi viene detto che non è un esame ma un medicinale (rimango basita). Poi però controlla su PC, mi dà ragione, ma non può prenotare. Mi reco allora al CUP dell’Ospedale ed il Totem non funziona: purtroppo erano le 12 e dalle 11.30 sino alle 13.30 non si può più prenotare (prenotazioni stop!). Ma io dico: anche il totem fa pausa pranzo?
Insisto e provo alla mutua (Poliambulatorio). Già stanca entro e chiedo allo sportello delle prenotazioni( la persona mi indica il Totem). Vado al Totem, non funziona e debbo provare 4volte e mi “partorisce” la tanto desiderata prenotazione: dopo 1 mese!
E queste sono soddisfazioni dopo una mattinata tra medico, farmacia, CUP e altro Cup…” conclude amaramente la paziente.

Tanto per essere chiari: parliamo di una paziente che deve eseguire sistematicamente Tac e Risonanze di encefalo per fibromialgia, che è stata trattata con chemioterapia per melanoma primario e recidivante, per tiroidectomia e che necessita di risposte celeri, non di fare giri e piroette da un punto all’altro della città.

Oltretutto senza avere le risposte che merita e di cui ha diritto perché si trova sballottata a fare gli esami dopo 30 giorni e non avere la risposta nemmeno subito in quanto gli esami vanno processati in un altro Laboratorio.

Una volta tutto avveniva a Senigallia, di chi è il merito di aver cambiato così in peggio le cose?

Un’altra segnalazione sul servizio di Radiologia ci colpisce:
“A Senigallia hanno chiuso le sedute di radiologia. Per un lombosacrale andiamo ai primi di ottobre. Lo stesso per un torace e per un ginocchio”. Altro regalo al privato.

Su queste criticità chiediamo e vogliamo una risposta dai dirigenti a nome di tutti i cittadini senigalliesi. Sia chiaro ancora una volta: gli operatori nulla hanno a che fare con questa disastrosa disorganizzazione, anzi, al contrario, fanno di tutto per mitigarla con la loro umanità ma nulla possono di fronte a direttive che sono solo penalizzanti per i pazienti.

da Comitato Cittadino per la Difesa dell’Ospedale di Senigallia