“Il patto di stabilità per i comuni con popolazione tra i 1000 e 5000 abitanti” è il tema dell’incontro proposto da Anci Marche in collaborazione con Upi Marche, Uncem, Legautonomie.

All’incontro hanno preso parte i sindaci ed i funzionari dei comuni delle province di Ancona e Pesaro. Il tema è di quelli caldi perchè anche i comuni tra i 1000 e 5000 abitanti saranno chiamati a rispettare il patto di stabilità che invece finora riguardava solo i comuni più grandi.

L’associazione nazionale dei comuni e con essa la sezione regionale, chiede la necessaria flessibilità richiesta a gran voce da tutti i comuni d’Italia, altrimenti – chiarisce Mario Andrenacci, Presidente di Anci Marche – “sarà davvero difficile fare nuovi investimenti e di conseguenza appaltare alle aziende opere pubbliche che signicano lavoro, sviluppo, ricchezza per il territorio”.

“Oggi anzi –  aggiunge – ci troviamo nella deprecabile situazione di dover onorare in ritardo le nostre pendenze ed a questo circolo vizioso chiediamo che venga posto subito un freno, ritornando a dare ai comuni la possibilità di investire in maniera virtuosa nell’interesse degli stessi cittadini, delle aziende, dell’Italia.”

L’incontro con Roberto Petrucci, consulente finanze per l’Anci e l’Upi, e Daniela Ghiandoni, responsabile del servizio finanziario del comune di Falconara M., è stato utile per spiegare le ragioni del patto di stabilità e le regole che lo disciplineranno. L’introduzione ai lavori è stata affidata a Roberto De Angelis, coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche mentre le conclusioni a Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia. La sintesi, nelle pieghe dei mille tecnicismi e delle disposizioni normative, è che ai comuni converrà entro il 31 dicembre pagare i residui e ridurre le quote dal consuntivo così da partire col piede giusto in previsione dei bilanci dell’anno prossimo.

da Anci Marche