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Demolizione sede napoleonica di Villa Torlonia: una lettera aperta a Olivetti e Pizzi

Il Prof. Ettore Baldetti si rivolge a sindaco e assessore alla cultura di Senigallia e propone: "Sospendere iter e variare progetto"

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Villa Torlonia agli inizi del '900

Preg.mi Sindaco del Comune di Senigallia
p.c.  Assessore con delega alla Cultura

Oggetto: demolizione sede napoleonica di Villa Torlonia

Il sottoscritto Ettore Baldetti, ex assessore alla cultura di codesto Comune, in relazione alla progettata demolizione della Villa Torlonia, dal nome della facoltosa casata romana ottocentesca acquirente di tale residenza marina già posseduta da Luciano Bonaparte fratello di Napoleone, ed all’eccezionale accoglienza di un suo precedente comunicato stampa sull’argomento con circa 15.000 letture nei giornali on line senigalliesi, essendo venute alla luce ulteriori notizie nel corso del recente allestimento della mostra “Marchigiani nel Risorgimento” presso la sede della Deputazione di Storia Patria per le Marche e della relativa trasmissione on line di “Storie delle Marche-23” sulla piattaforma “Adesso Web”, che fanno del suddetto sito un luogo della memoria storica non solo marchigiano, ma italiano ed europeo, ed essendo stata prospettata una nuova soluzione compromissoria, come si chiarirà in appresso, pur non potendosi addebitare a codesta Amministrazione Comunale alcuna specifica responsabilità sui recenti sviluppi dell’operazione immobiliare dovuti ad un insieme di cause pregresse, chiede di valutare la possibilità di procedere ad una sospensione dell’iter e ad un’eventuale variazione progettuale con o senza fondi pubblici nazionali o europei, di cui tuttavia si dovrebbe verificare la concreta fruibilità.

Luciano Bonaparte (1775-1740), come si può altresì constatare nella voce che l’ “Enciclopedia Italiana” – Treccani gli dedicò già nel 1930 a firma di Francesco Lemmi, oggi visibile anche on line nel sito ‘treccani.it’, fu il primo vero protagonista della storia francese nella famiglia della piccola nobiltà corsa dei Bonaparte.

Luciano Bonaparte e Alexandrine de BleschampPartecipò infatti alla prima rivoluzione del 1789, entrando poi nel seguito di Robespierre, con il nome di ‘Bruto‘ nel 1793, ed ottenendo quindi dal Direttorio l’incarico di commissario di guerra sul Reno e in Corsica, prima di essere eletto presidente del parlamento francese, l’Assemblea dei Cinquecento. Organizzò quindi con i massimi esponenti politici del tempo, come il camaleontico Talleyrand e il Seyes “la mente sottile della Rivoluzione”, quel colpo di stato del 18 brumaio del 1799 che aprirà le porte del potere assoluto al fratello Napoleone, il quale lo nominerà nel novembre 1800 ambasciatore in Spagna, anche per allontanare un coerente rivoluzionario dal governo centrale, di cui oltretutto non condivideva il nuovo matrimonio nel 1803 con la nobile francese Alexandrine de Bleschamp, poi morta a Senigallia il 12 luglio 1855, allorché era la zia del nuovo imperatore di Francia, Napoleone III, come cognata del padre Luigi Bonaparte.

Luciano deteneva quindi le sue residenze senigalliesi, quando i Napoleonidi fecero delle Marche la loro sede centrale del vano tentativo insurrezionalistico di recuperare il potere in Italia con i cosiddetti “Moti del 1831”, grazie ai vasti possessi che avevano ereditato dalle espropriazioni dei beni ecclesiastici, operate da Napoleone nel 1808 soprattutto a vantaggio del figlio adottivo, il viceré Eugenio Beauharnais, poi riacquistati da Pio IX e donati, nel territorio della sua città natale, per la fondazione dell’istituto assistenziale “Opera Pia Mastai Ferretti”, ancora esistente.

Cortile interno di Villa TorloniaSe quindi non fosse possibile bloccare in toto l’operazione immobiliare, come qui si auspica, allora si potrebbe proporre una soluzione compromissoria, attingendo altresì ad eventuali fondi nazionali o europei sulla valorizzazione culturale e turistica di un bene storico-architettonico, che perpetua sostanzialmente nella struttura esterna ottocentesca le forme documentate nel coevo “Catasto Gregoriano” d’inizio Ottocento, facendo insistere il nuovo complesso residenziale nel cortile retrostante e utilizzando il blocco della villa, contiguo alla Strada Statale 16, come sede direzionale, convegnistica, museale, o di rappresentanza, anche a fini turistico-culturali.

Distinti saluti.
Prof. Ettore Baldetti

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