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“Cosa si nasconde sotto piazza Simoncelli?”

"La ripavimentazione potrebbe costituire l’occasione per un’indagine archeologica sistematica"

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piazza Simoncelli

L’identità e l’immagine storica di piazza Simoncelli vengono comunemente associate al ghetto degli ebrei, istituito formalmente nel 1631 per disposizione di papa Urbano VIII dopo la morte di Francesco Maria II della Rovere e la devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato Pontificio.

Ma gli ebrei abitavano gli edifici della piazza da tempi anteriori, ad iniziare da quando l’affermarsi della Fiera Franca aveva favorito il loro afflusso nella città fino a costituire una comunità florida e popolosa. Il loro insediamento in questo quartiere era stato favorito dalla vicinanza del porto (allora molto più arretrato rispetto quello attuale), verso cui gravitavano inevitabilmente le loro tradizionali attività commerciali e bancarie.

Ma la storia del quartiere inizia con la nascita del porto stesso e quindi ha un’origine molto più antica, e per secoli ha sempre svolto un ruolo importante nella vita della città. Tralasciando l’età romana della quale sappiamo ben poco, nel Medioevo era certamente uno dei quartieri più vivaci e più abitati. Non a caso vi si apriva la porta principale o Porta Vecchia (in corrispondenza dell’ingresso dell’ex Liceo Perti-cari), tramite la quale si accedeva in città dal porto e dalle strade provenienti da nord. Vi sorgeva anche una delle chiese più importanti, quella di S. Giovanni, appartenente all’Ordine cavalleresco dei Cavalieri di Gerusalemme poi Cavalieri di Malta, che era ubicata all’angolo dell’odierno caffè Italia. Dopo il Quattrocento venne sostituita dalla chiesa e ospedale di S. Maria della Misericordia.

Dai documenti tardo medievali e da alcuni cabrei cinquesettecenteschi si può dedurre che fosse un quartiere densamente popolato, con edifici a schiera di tre o quattro piani separati da stretti vicoli che conducevano verso il porto-canale; un impianto urbano non molto diverso da quello in cui si insedieranno poi i commercianti ebrei con le loro botteghe. Era ancora chiuso entro le antiche mura, romane o altomedievali, restaurate poi da Sigismondo Malatesti con l’aggiunta di qualche torrione, il più famoso dei quali era il cosiddetto torrione Isotteo all’angolo del Caffè Italia.

Per questa continuitàinsediativa durata anche nei secoli della decadenza e per le importanti funzioni svolte in relazione al porto, il quartiere ha sempre rappresentato quindi uno dei cardini dell‘organizzazione urbanistica della città. A causa però delle radicali trasformazioni subite dalla città a partire del ‘500, non resta più niente degli edifici medievali. Ma le testimonianze della sua storia urbanistica si sono sicuramente conservate nel sottosuolo e sarebbe imperdonabile che non si approfittasse dell’opportunità offerta dalla ripavimentazione della piazza per un’indagine archeologica seria che possa svelare le stratificazioni e le fasi evolutive di questo importante angolo della città, aggiungendo così un importante tassello alla ricostruzione dell’assetto urbanistico della città antica e medievale.

Prof. Virginio Villani

ItaliaNostra

Italia Nostra Senigallia
Pubblicato Mercoledì 8 gennaio, 2020 
alle ore 10:19
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Commenti
Ci sono 4 commenti
Glauco G. 2020-01-08 12:55:40
Per come "narrato"...credo che sotto la piazza ci siano solo le fondamenta dei vari edifici e nulla più..quindi via liberaaaaaaaa. Ma detto questo, come mai proprio per questa opera di cambiamento (nuova piazza) vi state impuntando su cosa trovare sotto? in una zona di edifici (quindi veramente solo fondamenta)...volete bloccare tutto con i scavi ? non capisco...a che serve e che valore storico darebbe alla città sapere che si osono le fondamenta? detto questo..se dobbiamo guardae sotto..beh ..ok facciamolo..ma da domani..se qualcuno vuole costruire un muretto..prima guardiamo sotto e poi facciamolo..non deve valere solo per 1 metro 2 di città..ma per ogni singolo posto dentro le vecchie mura e poco fuori. Liberi di ciedere ma spero che nessuno vi darà mai seguito. Pensiero personale ovviamente
Gnagnolo
Gnagnolo 2020-01-08 20:40:37
Glauco G. continua a perdere ottime occasioni per stare zitto.
bimi 2020-01-08 23:24:06
Speranza vana... i tutori contro il consumo del suolo sono purtroppo poco affascinati dalla storia e dalla cultura della città. Quando fu ristrutturata piazza del duomo si attendevano con ansia gli esiti delle indagini archeologiche che dovevano essere eseguite e invece, disdetta, il giorno in cui erano programmate piovve e... si dovette naturalmente andare avanti con i lavori e le indagini, per quanto si sa, saltarono. Se si pensa che la zona era nota prima dell’ampliamento settecentesco come un pascolo dal quale affioravano capitelli romani, si intuisce che qualcosa di interessante sotto poteva anche esserci, ma ormai... quindi se anche sotto piazza Simoncelli ci fosse qualcosa, vedrà, caro professore, che si troverà il modo di risotterrarlo con grande cura. Un saluto
Glauco G. 2020-01-10 14:22:20
Gnanolo sei così superiore da avere solo le idee e pensieri giusti? gli altri perdono occasione di stare zitrti? complimenti..ti meriti solo questa risposta...bimi...il capitello romano è ben altra cosa..qui si parla (il mio commento) di reperti ebraici di quell'epoca....cosa vuoi trovare di ebraico oltre una fondamenta? non vado oltre con chi si eleva così in alto da avere la saggezza universale. Un saluto a voi
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