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Per i “Mercoledì d’essai” c’è ‘L’amore inatteso’

L'appuntamento è per l'8 maggio al cinema Gabbiano di Senigallia

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L'Amore inatteso

Continua l’ appuntamento della rassegna “Mercoledì d’essai” 2012-2013 al cinema Gabbiano di Senigallia. Come sempre saranno protagoniste le migliori proposte dei vari Festival tra cui Venezia, Cannes, Berlino, Locarno… Mercoledì 08 maggio 2013 sarà in programmazione nella sala 1, il film L’amore inattesoAnne Giafferi, spettacolo unico ore 21:15.

 NAZIONE: Francia

DURATA: 89′

GENERE: Drammatico

REGIA: Anne Giafferi

TRAMA:

L’accettazione della propria fragilità, considerata una breccia per aprirsi, e quindi amare, diventa così un punto di forza. Sulla lezione di Gesù. Tratto dal successo editoriale francese “Catholique anonyme” di Tierry Bizot, autore del soggetto e co-produttore, scritto e diretto dalla sceneggiatrice televisiva di serie e adattamenti letterari al debutto cinematografico Anne Giafferi, “L’Amore inatteso” ha l’intensità di un’opera autobiografica (i due sono sposati e hanno già lavorato insieme per il piccolo schermo).
Avvocato sposato e genitore di due bambini, il protagonista ha una non facile famiglia di provenienza, con una madre scomparsa presto e soprattutto un padre autoritario e burbero (il quale sostiene però di averlo sempre considerato più forte e intelligente dell’altro, prediletto figliol prodigo), impronta che lo condiziona a riproporre analoghe difficoltà comunicative con il suo figlio maschio. Prima, ha il casuale incontro con una statua di Cristo seduto e legato, ma dallo sguardo sereno, in seguito riceve l’invito ad un corso di istruzione cattolica, una sorta di catechismo per adulti accettato – da ateo – per educazione, anche se con un senso di superiorità verso quel gruppetto di bizzarri credenti. Poi subentra la curiosità, con la partecipazione ai due incontri settimanali (dai quali esce sempre contento) e una lettura privata e attenta della Bibbia. Distratto al lavoro e nelle serate con gli amici della moglie, colleghi medici che parlano solo dell’attività in ospedale, l’uomo trova la figura di confidente che gli è sempre mancata nel sacerdote che conduce gli incontri, secondo il quale il desiderio d’amore sta alla base di tutto, e quanto facciamo di altro rappresenta solo una compensazione.
Perciò prova a misurarsi pure sul perdono, inteso come tentativo di superare il risentimento e capire l’altro, e dato che senza toga ora si sente nudo, stando al concetto per cui “l’anima si nutre della sua stessa fame” cerca di rompere con certezze ed abitudini. Definisce quest’esperienza una “rivelazione”, che in un’interpretazione laica si traduce in una sofferta, profonda, fertile riflessione e presa di coscienza sul senso di ciò che si fa e sulle relazioni.

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