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La sismicità in Italia e nelle Marche: qualche dato in più oltre la cronaca

16mila scosse nel 2012, più di 150mila in 30 anni: la mappa di pericolosità e il calcolo delle probabilità

Vigor-Forsempronese 13.01.2013
La mappa dei terremoti in Italia nel 2012

Sono oltre 16.000 le scosse di terremoto che si sono verificate in Italia nel 2012, più di 150.000 gli eventi sismici registrati negli ultimi 30 anni. Facendo due conti, grazie ai dati forniti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Italia ha tremato in media 40 volte al giorno, con una particolare concentrazione in tre zone ben distinte: la zona emiliana della Pianura Padana, gli Appennini di Umbria, Marche e dell’Abruzzo e la fascia calabro-siciliana.

La serie praticamente ininterrotta di scosse rilevate dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV è in lieve aumento rispetto agli ultimi due anni (2010/2011), ma comunque inferiore ai terremoti del 2009. In una nota stampa dell’Ingv riportano che “rispetto al 2011, anno in cui non ci sono stati terremoti con magnitudo maggiore o uguale a 5.0, nel 2012 ne sono stati registrati ben 10, avvenuti quasi in tutti in Emilia Romagna e solo uno nell’area del Pollino“.

Stazione di rilevamento sismico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaA seguire, sono stati 53 gli eventi – compreso quello di Ascoli Piceno del 5 dicembre – con magnitudo comprese tra 4.0 e 4.9, ben 374 quelli con magnitudo comprese tra 3.0 e 3.9 e quasi 2600 quelli con magnitudo inferiore a 1.0.

L'Italia divisa tra la placca africana e quella euroasiaticaE qui il ruolo delle Marche diventa quasi da protagonista (senza per forza arrivare alle scosse che fecero tremare Senigallia e Ancona, Fabriano, Ascoli, Macerata), proprio per la sua posizione centrale (come la fascia appenninica), al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente (40 terremoti al giorno solo in Italia) vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità.

La mappa della pericolosità sismica italiana realizzata dall'IngvPer quanto “sappiamo che più una certa zona è stata colpita da forti terremoti in passato, più è probabile che lo sia anche in futuro – riferiscono dall’Ingv –, prevedere un terremoto, indicando con precisione la data, l’ora ed il luogo di occorrenza non è possibile. Tutte le informazioni o le previsioni si basano su calcoli probabilistici. Per questo l’INGV ha realizzato la mappa della pericolosità sismica (zonesismiche.mi.ingv.it). Questa mappa si basa sull’analisi dei terremoti del passato, sulle informazioni geologiche disponibili e sulle conoscenze che si hanno sul modo in cui si propagano le onde (e quindi l’energia) dall’ipocentro all’area in esame, fornendo l’accelerazione massima orizzontale attesa su suolo rigido.

La mappa è in continuo aggiornamento in base alle sempre nuove scosse che si verificano sul suolo non solo marchigiano, ma ovviamente nazionale e mondiale.

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