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‘I libri parlano’ all’ Istituto Comprensivo “Senigallia nord – Mercantini”

Gli alunni della scuola hanno incontrato Guido Sgardoli

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Libri

I libri, le storie ci parlano, ogniqualvolta toccano corde sensibili del nostro cuore. Quando leggiamo una storia che ci comunica qualcosa, perché è simile alla nostra storia, perché risveglia un ricordo addormentato oppure rianima una gioia passata, quella storia ci parla, ci trasmette qualcosa, ci lascia un messaggio importante.

Quando leggiamo una storia di cui ricordiamo solo la trama e a mala pena  personaggi e vicende, quella storia non ci dice nulla, non ci sollecita alcuna emozione. Partendo da queste considerazioni è improprio esprimere un giudizio su un libro: ogni lettore ha le sue storie in quanto ogni storia perla in modo diverso ai suoi lettori.

Ecco perché talvolta siamo attratti da libri già letti, ma in un’altra stagione della nostra vita ci richiamano, perché ora hanno qualcosa da dirci. Oppure ci capita di rileggere libri che ci hanno emozionato, che occupano un posto speciale nella nostra vita. Nel momento in cui si è in grado di ascoltare un libro, di lasciarsi andare alle parole di una storia, solo allora si assapora il piacere della lettura, solo allora immergersi nelle pagine di un libro diventa interessante, tanto da trovare tempo per la lettura: solo allora la lettura diventa una passeggiata tra i meandri del proprio cuore, della propria vita. Se la scuola si preoccupa solo delle tecniche di lettura e sulla base delle competenze raggiunte giudicherà i ragazzi, non potrà sorprendersi della scarsa attitudine alla lettura; solo quando avrà favorito la lettura come canale di contatto con le proprie emozioni, allora avrà fatto del libro un piacevole e insostituibile compagno di viaggio.

I libri a cosa servono? A migliorare il nostro vocabolario? A migliorare la nostra scrittura? A sviluppare la nostra fantasia? Al di là di tutto ciò, la principale funzione delle storia contenute nei libri è la capacità di metterci in contatto con le nostra storia, di illuminare le nostre vicende personali, permetterci di leggere e scrivere la nostra storia. Ecco perché leggere è volersi bene, è regalarsi un tempo per se stessi.

I libri finiscono all’ultima pagina, le storie non finiscono perché entrano dentro di noi e continuano a moltiplicarsi nelle pagine della nostra esistenza.

Lo scrittore Guido Sgardoli, che ha incontrato gli alunni delle classi terze della Scuola Secondari I° “Mercantini” nell’ambito del progetto lettura del POFT, con un linguaggio semplice e immediato, ci ha introdotto nelle pagine dei suoi libri e di tutti i libri, partendo dalla sua storia, raccontando come è nata in lui la passione per la lettura e poi per la scrittura.

Ma la sua testimonianza di scrittore è andata otre i libri, o meglio ci ha fatto comprendere come questi oggetti inanimati fatti di carta, a volte immobili e impolverati nelle nostre librerie, possono riscaldarsi, animarsi e trasmetterci verità fondamentali, educarci, farci comprendere, attraverso storie anche di pura fantasia, ciò che è alla base della vita, ciò per cui conta impegnarci e dare tutto noi stessi. La conoscenza prima di tutto è alla base di ogni esistenza, è alla radice di ogni educazione che non si fa solo sui banchi di scuola, sui testi scolastici, bensì sull’esperienza. La conoscenza rende l’uomo libero, capace di essere critico e di non accettare tutto ciò che gli viene detto o fatto credere.

La conoscenza è alla base della democrazia, rende l’uomo cittadino consapevole e capace di conoscere la verità, di prendere decisioni, di votare con la propria testa.

Per concludere, come insegnanti, possiamo affermare che, giunti in biblioteca per incontrare un autore, in realtà abbiamo incontrato un maestro di vita che ci ha educato alla cittadinanza, a diventare e ad essere cittadini consapevoli e critici… e sì, dico “ad essere” ed uso la prima persona plurale, perché la lezione non è stata solo per i nostri alunni, bensì per noi adulti e insegnanti, chiamati a ripensare il nostro far scuola, la nostra capacità di far vivere esperienze ai ragazzi più che trasmettere loro saperi.

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