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Buone pratiche: il Consorzio di Bonifica suggerisce il compostaggio delle potature

"Migliora la fertilità del suolo, è ecologico ed economico"

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Compostaggio

I residui delle potature rappresentano per le aziende viticole e agricole un problema e allo stesso tempo un costo. Secondo uno studio diffuso dall’Ufficio Ambiente del Comune di Pieve di Soligo (sulla base di una ricca bibliografia) i sarmenti delle viti possono trasformarsi da costo a utilità, e diventare strategici per restituire fertilità ai suoli.

I resti delle potature infatti, normalmente vengono tranciati lungo i filari e poi interrati, oppure vengono raccolti e bruciati. La prima ipotesi non si può realizzare quando i vigneti sono malati, perché c’è il rischio di trasmissione di infezioni o patologie.

La seconda invece, che prevede la combustione, ha molti aspetti negativi. In primis ha ricadute pessime sulla qualità dell’aria, per le emissioni di polveri sottili, inoltre comporta rischi per lo sviluppo di incendi.

La soluzione? L’Ufficio Ambiente del Comune Veneto propone dunque il recupero dei sarmenti tramite cippatura e il loro compostaggio, che poi potrà essere utilizzato sui terreni per restituire fertilità ed equilibrio.

La stessa cosa può essere fatta con il resto delle potature – sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, l’avvocato Claudio Netti -. Tanto è vero che noi abbiamo deciso di sperimentare questa tecnica nei prossimi lavori che eseguiremo lungo il fiume Foglia di Pesaro, che saranno propedeutici alla realizzazione delle aree di naturale esondazione. Sappiamo bene che la perdita di fertilità dei suoli è uno dei problemi più gravi in agricoltura, e la necessità di ridurre la chimica è altrettanto sentita. Con questo metodo otteniamo dunque un doppio vantaggio: risolviamo il problema dei residui delle potature, e contemporaneamente restituiamo ai terreni un nutrimento naturale. Questa buona pratica ci permetterà di conciliare sempre di più l’agricoltura con la qualità dell’ambiente”.

Per chi vuole approfondire, ecco una sintesi dello studio compiuto da Alessio Lot, dell’Ufficio Ambiente del Comune di Pieve di Soligo.

IL COMPOSTAGGIO DEI SARMENTI
“Il compostaggio dei sarmenti porta alla loro trasformazione in sostanza organica utile per migliorare la fertilità e l’equilibrio del suolo nel vigneto. Il compost è infatti ricco in humus ed elementi minerali utili, laddove il suolo sia carente in sostanza organica ed elementi minerali, questo materiale è un ottimo ammendante da impiegare in alternativa a concimi chimici risparmiandone i costi d’acquisto o al posto di letame la cui disponibilità è, purtroppo, oramai sempre più rara.

Per ottenere un buon compost è quindi necessario operare con 3 semplici accorgimenti:

1 – UMIDITA’ – Innanzi tutto è preferibile lavorare i tralci potati il prima possibile, quando questi hanno ancora un buon contenuto idrico e non hanno cominciato a seccare. L’umidità è indispensabile per facilitare l’innesco dei processi biologici nella massa che si deve compostare. Tali processi di ossidazione e fermentazione infatti faranno aumentare la temperatura interna del cumulo fino a raggiungere i 55-65°C . Sarà proprio l’aumento interno della temperatura a sanificare da funghi e patogeni il materiale trinciato e garantirci una volta che lo riportiamo nel vigneto di non diffondere eventuali fitopatologie.
Per lo stesso motivo è opportuno individuare un sito adeguato per il compostaggio quale può essere un’area piana posta in prossimità di alberature per controllare l’esposizione solare nel periodo estivo rendendo più lenta l’essicazione e innaffiando la massa, se possibile, se questa non fosse al suo interno sufficiente umida.

2 – ARIEGGIAMENTO – Per non incorrere in processi di putrefazione anaerobici si deve mantenere sufficientemente aerata la massa che quindi non deve essere soggetta a ristagni idrici, deve essere mantenuta soffice e dovrebbe essere rimescolata ogni volta che la temperatura all’interno del cumulo cala sensibilmente. Le dimensioni del cumulo influenzano il risultato finale.

3 – INNESCO – Il processo di umificazione è migliorabile aggiungendo per ogni tonnellata di materiale fresco 10 kg di solfato ammonico per correggere il rapporto Carbonio/Azoto. E’ inoltre consigliato aggiungere una piccola quantità di letame al cumulo per accelerare l’attività dei microrganismi. Il compostaggio del cumulo si completa per azione dei diversi organismi viventi in un periodo che va da alcuni mesi ad un anno. Dai sarmenti così trattati otterremo un compost maturo (consistenza tipo terriccio) con una composizione di buona qualità che potremo riportare in vigneto.

STIMA DELLA PRODUZIONE DI BIOMASSA OTTENIBILE
Dalle pratiche di potatura dei vigneti si stima una produzione di biomassa legnosa pari a mediamente 2,5 tonnellate/ettaro/anno per la varietà glera (contenuto idrico del 50%).
Si valuta quindi che durante il processo di compostaggio si abbia una perdita di massa (principalmente acqua e anidride carbonica) intorno al 20% della massa iniziale e quindi si possano ottenere nel nostro territorio circa 1,2-2,5 tonnellate di compost umido per ettaro.

da Consorzio di Bonifica

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