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“Lega e M5S hanno dato vita a un’esperienza unica nel panorama politico contemporaneo”

"Ci hanno chiamato populisti, ne andiamo fieri"

Sci Club Senigallia
Palazzo Chigi

Queste ultime settimane sono state entusiasmanti politicamente parlando. Dopo due mesi d’impasse, due forze politiche che si erano fieramente contrastate hanno trovato il modo di confrontarsi costruttivamente.

E’ una novità nella storia repubblicana italiana, almeno quella recente, dove il muro contro muro e la spartizione delle poltrone è stato tipicamente il livello della politica dei professionisti. Ci hanno chiamato populisti, con tutto il disprezzo per la nostra visione pratica e poco ideologizzata dei problemi. Ne andiamo fieri, ci distingue da quella pletora di quaquaraquà che parlano e sanno di tutto e di tutti, che ricordano fatti di cent’anni fa e dimenticano quelli dell’altro ieri per il semplice motivo che non gli fa comodo. Parlano con saccenza e protervia, arroganza e presunzione, ma poi messi alla prova non sono capaci di cambiare nemmeno una lampadina fulminata. Ovviamente la colpa secondo loro è della lampadina, e potrebbero tenerti lì per le ore a convincerti che il filamento era fascista, o che il verso di avvitamento destrorso del bulbo è politicamente scorretto. Ma resteresti comunque senza luce nonostante la loro spocchia.

E’ bello invece vedere che ci sono persone motivate a risolvere i problemi, che se ne fregano del verso di avvitamento della lampadina e sono disposti a confrontarsi senza badare al politicamente corretto del verso di avvitamento del filetto.

Lega e M5S hanno parlato di programmi, di priorità, delle necessità della gente che li aveva votati. E lì ritrovati, su quel tavolo dove scorrevano progetti e idee hanno capito di non essere nè nemici nè avversari, ma solo animati dal desiderio di condividere un futuro. Spesso non è necessario piacersi per fare progetti, si concordano e basta. Tuttavia, si creano legami durante la discussione, ci s’infervora, si difendono priorità, si confrontano punti di vista, si smussano spigoli, e poi un po’ per volta ci si capisce. Ci si viene incontro, si ricambiano sorrisi. E si sviluppa così la compassione, quella che nel significato originale significa immedesimarsi nell’altro per capirne lo spirito.

Noi pensiamo che sia stata un’esperienza unica nel panorama politico contemporaneo, completamente fuori da ogni precedente schema, e se anche il governo proposto non partirà, questa esperienza ha posto una pietra miliare che difficilmente potrà essere divelta.

E’ innovativo e dirompente l’approccio mantenuto durante queste settimane. Un’attitudine quasi ingegneristica ad affrontare i problemi. Prima si stila il programma, poi si trovano le risorse, non necessariamente pretendendo poltrone o posti di comando. Bellissimo.

Indica una capacità e un’umiltà degna di chi vive nel sentire propria la responsabilità e il dovere nei confronti della comunità che si accinge a servire. La Patria. E la Patria siamo noi. Noi Tutti. Anche a noi è data e richiesta questa responsabilità e questo dovere. Anche tra noi dobbiamo cercare gli ideali che ci accomunano piuttosto che gli egoismi che ci allontanano. E per la Lega questo è un mantra che attraversa i secoli della nostra storia.

Dell’inno di Italia ci sovviene una strofa poco conosciuta ai più. Noi siamo da secoli calpesti e derisi, perché non siam popolo perché siam divisi, Raccolgaci un’unica bandiera una speme, di fonderci insieme già l’ora suonò.

Che indica esattamente dove ci hanno portato fino ad oggi, e da dove abbiamo il dovere di ricominciare.
L’Italia non perirà, l’Italia e gli italiani che ci vivono da secoli sanno da sempre che nessuno li può dominare e lo sanno anche i nostri detrattori, inglesi, francesi e tedeschi. Sotto le ceneri, come l’Araba fenice, gli italiani aspettano di risorgere, la loro resilienza è indistruttibile come la loro fede, le loro tradizioni la loro terra. Aspettano solo la giusta guida per tornare a volare, aspettano solo un nuovo Capitano.

L’Araba Fenice è un uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte e proprio per questo motivo, simboleggia anche il potere della resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro di noi.

Lega Senigallia – Salvini Premier

Commenti
Solo un commento
Gnagnolo
Gnagnolo 2018-05-29 07:48:41
"Raccolgaci un’unica bandiera."
Ma la bandiera che vi deve raccogliere è la stessa che Bossi usava per pulirsi il culo?
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