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Il sindaco di Senigallia sul Biotestamento: “ora siamo un paese più civile”

Mangialardi: "un risultato che come amministrazione sentiamo anche nostro": e ricorda Max Fanelli

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Una scena del video promosso dal comitato EutanaSiaLegale per una legge sull'eutanasia e sul fine vita

“Dal 14 dicembre l’Italia è un paese più civile. Il via libera da parte del Parlamento alla legge sul biotestamento adegua il nostro Paese alla migliore giurisprudenza europea in materia di diritti civili e consente finalmente di dare risposte certe a chi soffre”.


Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi commenta l’approvazione della legge sul legge sul biotestamento da parte del Parlamento.

“Un risulto che come Amministrazione comunale di Senigallia – afferma il sindaco – sentiamo anche nostro, essendo stati nel 2011 tra i primi Comuni italiani ad avviare un percorso dal basso con l’istituzione del Registro comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento per consentire ai cittadini di manifestare la propria volontà in merito ai trattamenti terapeutici in caso di malattie e lesioni determinanti una perdita di coscienza permanente o irreversibile. Un esempio tra i tanti di buona politica, che ha sicuramente contribuito a sensibilizzare sia l’opinione pubblica, spiegando bene la necessità di quel provvedimento e la delicatezza dei temi a esso legati, che il Parlamento italiano, cui inviammo la nostra deliberazione chiedendo di avviare l’iter legislativo relativo al fine vita. Oggi ci sentiamo partecipi della nuova legge appena approvata, anche perché, a differenza di chi non credeva nel valore della nostra iniziativa, abbiamo dimostrato che anche partendo dai piccoli territori è possibile vincere grandi sfide”.

“La nuova legge – continua Mangialardi – arriva al termine di un cammino complesso e di certo non facile, neppure per chi lo ha promosso e sostenuto con convinzione. Una difficoltà derivante dall’importanza che ognuno di noi nutre circa le implicazioni etico-morali che investono queste tematiche e dalla necessità di costruire uno strumento utile, corrispondete a bisogni ormai maturi, scevro da ogni significato ideologico. Credo sia giusto riconoscere un grande merito a questo governo e alla maggioranza che lo sostiene, quello di aver approvato il testo finale in un clima tutto sommato composto, frutto di un processo politico ponderato ed equilibrato, che ha saputo coniugare serenità e determinazione, evitando di consumare fratture demagogiche e inutili contrapposizioni dettate esclusivamente dalla volontà di prevaricare la parte avversa. Trovo importante sottolineare questo aspetto anche per ricordare che in passato non è sempre stato così.  E lo dico non per partigianeria, ma per evidenziare il dato che sempre e da qualunque parte provengano, le trincee ideologiche non fanno altro che produrre ritardi dannosi, senza peraltro arrestare l’inevitabile avanzamento del progresso civile”.

“In questo momento – conclude il primo cittadino – il mio pensiero non può che andare all’amico Max Fanelli, che con coraggio e dignità non comuni, insieme a molte altre persone trovatesi a vivere la sua medesima tragica condizione – penso a Peppino Englaro, Piergiorgio Welby, Dj Fabo, solo per citare i casi più famosi – ha contribuito con la sua dolorosa battaglia a raggiungere questo risultato. Una battaglia, non dobbiamo mai dimenticarlo, che queste persone non hanno combattuto per loro stesse, ma per dare senso e significato alla dignità umana”.

Foto di repertorio

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