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“Cara Simona Guerra protesti perchè non trottiamo tutti come farebbe comodo a te”

Lettera aperta di Giorgio Pegoli a Simona Guerra

Ristorante Trattoria Le Stagioni - San Marcello
Giorgio Pegoli

Ti scrivo questa breve lettera aperta perchè una tua noticina per Senigallianotizie.it e ingenera l’idea che sabato alla Rotonda non si sia parlato di Giacomelli. E’ falso anzi falsissimo. Capisco che per una ancora abbastanza giovane come te sia facile cadere nella trappola di tempi in cui purtroppo succede che basta inventarsi sterili polemiche per lucrare la foto e l’articoletto sui media locali.

Il metodo è semplice e collaudato. Ci siamo abituati. Ma questa volta a fronte di sterili insinuazioni, per di più assolutamente infondate, che è difficile non percepire come offensive un poco per tutti e dannose per l’immagine di Senigallia mi sento di dover intervenire con la mia testimonianza per dirti che è tempo di fare chiarezza e costruire seriamente, senza personalismi, per Senigallia Città della fotografia.

Ti vogliamo tutti bene perchè a Senigallia abbiamo cercato proprio tutti di darti una mano e di farti crescere in quello che ci sembrava un tuo amore per la fotografia. Però ora siamo in molti a non condividere più nemmeno mezza parola di quanto stai dicendo perfino su una giornata di studio che davvero ha avuto, come tutti hanno visto, un grande successo e che, tra l’altro è stata onorata dalla bellissima, emozionata testimonianza sull’opera di Giacomelli fatta da Katiuscia Biondi Giacomelli, persona che abbiamo osservato nei fatti davvero lavorare criticamente e filologicamente per Giacomelli.

Un lavoro, va ricordato, che ha portato a Senigallia anche Bonito Oliva. E’ diritto degli eredi Giacomelli di regolare ciascuno come vuole gli interessi di mercato e i diritti d’autore sulla lucrosa eredità che gli è fortunatamente spettata. Ma, sotto il profilo culturale, proprio da fotografo non consiglierei ai miei eredi (facendo gli scongiuri naturalmente nel lontanissimo giorno che sarà) di trattare il corpus delle mie foto come è uso fare per Giacomelli da parte degli archivi degli eredi Giacomelli. Direi che sarebbe bene, come chiunque capisce che finisse la diaspora e la frantumazione dei vari archivi privati Giacomelli, che ingenera proprio in sè frizioni continue. Anzi per quanto mi riguarda ho preso lezione da Mario Giacomelli e, visto quanto succede, mi sono premurato proprio in questi giorni di cominciare ad affidare la catalogazione e la conservazione delle mie foto ad un ente pubblico, la Fondazione Senigallia. Un po’ come intelligentemente Giacomelli aveva fatto con il Musinf per una selezione delle sue opere più importanti.

Per quanto poi riguarda la giornata di studio Mibact a mio parere hanno fatto benissimo a chiamare Katiuscia Biondi a parlare di Giacomelli. E’ la più brava, la più studiosa e anche quella che, tra gli eredi, parla meglio ed è più simpatica e colloquiale. Mi dispiace per gli altri eredi ma, nell’interesse della storia della fotografia, è giusto che vada avanti chi sa fare qualche cosa, chi capisce meglio e si impegna con costanza.

Tutto qui. Per la verità dei fatti solo aggiungerei, sempre come fotografo, che mi è capitato di vedere l’allegata fotografia scattata al Musinf da Marco Mandolini. Come si usa dire la fotografia è un documento storico. In tale fotografia, che fa parte di un bellissimo reportage, ci siete tu e Simone Giacomelli, che eravate ospiti al Musinf per alcune riprese sul profumo Giacomelli. Posso risalire anche alla data perchèSimone Giacomelli e Simona Guerra la foto è in digitale. Bene so che in quella data il prof. Bugatti ha salutato te e Simone Giacomelli, parlandovi del fatto che al Mibact stavano preparando il programma della giornata di studio alla Rotonda, chiedendo sia a te sia a Simone di inviare i vostri recapiti (mail e telefono) alla Bravetta. La tua risposta è stata che eri già Tu in contatto con la Bravetta.

Allora? Se non sei stata invitata come relatore alla giornata Mibact è solo perchè non hai saputo tenere il contatto con Roma, non ti sei mossa in tempo come tutti gli altri interpellati, che, appena avvertiti, si sono fatti parte diligente. Per chiudere una domandina ce la possiamo fare dandoci la risposta, che è implicita: Katiuscia Biondi a Roma all’apertura degli stati generali c’era. Tu cara Simona Guerra perchè non c’eri ? Io in tutta la mia vita ho sempre lavorato e non ho mai cercato di andare in carrozza sul lavoro degli altri e pure protestando perchè la carrozza non è tanto comoda e perchè i cavalli da tiro, non trottano bene. Se gli altri a Senigallia sono disposti a farsi usare e trattare da cavalli da tiro, cara Simona, io proprio no.

da Giorgio Pegoli
fotoreporter, iscritto all’Ordine dei giornalisti

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