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Legge sui vaccini: l’intervista a Daniel Fiacchini

“Vaccinare è sempre la scelta più corretta; chi dice il contrario lo fa per ignoranza o interesse”

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Daniel Fiacchini

Lo scorso 7 giugno c’è stato il via libera per il decreto legge sulla vaccinazione obbligatoria per iscriversi a nidi, materne e scuola dell’obbligo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato l’atto per il decreto che introduce come obbligatorie l’anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, e anti-emofilo B (esavalente) che si effettuano al terzo mese di vita. Seguono anti-meningococco C e B e poi anti-morbillo, parotite, rosolia e varicella.

Il decreto vale per i bambini e i ragazzi da 0 a 16 anni: quelli che frequentano il nido e la materna non verranno ammessi se non saranno in regola con le vaccinazioni. Chi invece va alla scuola dell’obbligo e cioè elementari, medie e primi due anni delle superiori, verrà comunque iscritto. I genitori però rischieranno una sanzione da 500 a 7.500 euro (teoricamente ripetibile ogni anno) a meno che non facciano al figlio le vaccinazioni mancanti entro il termine indicato dalla Asl.

Il decreto-legge – si legge in una nota ufficiale del Ministero – è diretto a garantire in maniera omogenea sul territorio nazionale le attività dirette alla prevenzione, al contenimento e alla riduzione dei rischi per la salute pubblica con particolare riferimento al mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale, superando l’attuale frammentazione normativa”.

Recentemente, infatti, era stato lanciato l’allarme in merito al pericoloso calo delle coperture vaccinali, soprattutto a 18 anni quando il livello scende costantemente sotto il 70%, ma anche nei bambini fino ai 24 mesi di età. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, infatti, di mantenere o raggiungere il livello di immunizzazione di almeno il 95% della popolazione totale.
Il raggiungimento di tale soglia consente di tutelare anche i soggetti fragili che, a causa delle loro condizioni di salute, non possono essere vaccinati.

Il provvedimento ha innescato una bufera di polemiche tra i ‘favorevoli ed ‘contrari’ all’implemento di questo obbligo vaccinale. Tra le argomentazioni più diffuse tra coloro che sono contro la vaccinazione la presunta correlazione a forme di autismo.

Ne abbiamo parlato con il Dott. Daniel Fiacchini, medico e coordinatore del gruppo tecnico vaccini delle Marche.

Partiamo subito dal fulcro della questione e sfatiamo ogni dubbio: i vaccini sono in qualche modo pericolosi?

Stiamo parlando di farmaci e, come tutti i farmaci autorizzati, anche i vaccini sono sottoposti a tutti gli studi di approfondimento e i controlli del caso. Questi controlli sono finalizzati a stabilire che un vaccino sia efficace, cioè funzioni e ci protegga dalla malattia infettiva per cui è stato prodotto, e al contempo che sia sicuro, ovvero che non crei danno a chi ne utilizza.
Possono esserci effetti collaterali a seguito di un vaccino e anche gravi a volte. Ma si verificano rarissimamente. Un esempio? Una grave reazione allergica ad una delle componenti di un vaccino si verifica in un caso ogni 800.000 – 1.000.000 di dosi somministrate e se vengono trattate correttamente si risolvono. Nel frattempo quel milione di dosi di vaccino sarà stato utile a salvare la vita di migliaia di bambini. Ecco perché vaccinare è sempre la scelta più corretta e il rischio che incorriamo di avere una reazione avversa viene grandemente superato dai benefici, ovvero essere liberi dalle possibili complicanze delle malattie infettive.

Le segnalazioni di reazioni avverse sono statisticamente irrilevanti o vengono sottostimate dal sistema?

Importante chiarire la differenza sostanziale tra “effetti collaterali” e “eventi avversi” ai vaccini. Gli effetti collaterali sono reazioni note, conosciute, reali conseguenze del farmaco che abbiamo ricevuto. Con il termine di “eventi avversi” invece si considera tutto ciò che si verifica dopo la somministrazione di un farmaco. Per legge tutti gli eventi avversi che seguono una vaccinazione devono essere segnalati ed è certo che vi sia una importante sotto-notifica, motivo per cui l’AIFA ha previsto che gli stessi genitori possano segnalare autonomamente gli eventi avversi con procedura on-line.

Circa un mese fa, su un noto giornale locale, una mamma senigalliese ha dichiarato di aver avuto reazioni problematiche su due dei suoi figli e di aver così deciso di non vaccinare gli altri due: cosa si sentirebbe di rispondere ad un caso così delicato e specifico?

Non conosco il caso e non posso entrare nel merito. Quello che posso affermare è che ogni bambino è seguito dal proprio pediatra, che sin dalla nascita, e attraverso visite periodiche, valuta lo stato di salute dei nostri figli. I pediatri sono i primi a raccomandare le vaccinazioni o a segnalare alla famiglia che una determinata patologia potrebbe controindicare un vaccino. Poi c’è il passaggio nei Servizi vaccinali e prima che i vaccini previsti siano somministrati viene effettuata una opportuna anamnesi prevaccinale che ci consente di identificare la presenza di controindicazioni. Se ci sono controindicazioni allora ci si ferma temporaneamente o definitivamente. Le reali controindicazioni sono poche e spesso quello che allontana i genitori sono “false controindicazioni”: situazioni in cui si può tranquillamente vaccinare al contrario di quello che si potrebbe personalmente ritenere.

Quali sono le conseguenze più immediate del crollo dei vaccini su scala nazionale? E quale è la situazione nelle Marche?

Malattie infettive scomparse e molto gravi come la difterite potrebbero ripresentarsi come accaduto in Spagna e Belgio negli scorsi anni, potremmo tornare ad avere casi di tetano nei bambini e negli adolescenti, come accadeva in era pre-vaccinale e malattie molto contagiose potrebbero tornare a diffondersi in maniera epidemica, con centinaia o migliaia di casi e le relative complicanze. Sta accadendo in questi mesi per il morbillo: oltre 2500 casi di morbillo notificati, il 40% dei quali con una complicanza che ha richiesto il ricovero ospedaliero.
Purtroppo nelle Marche la situazione è peggiore rispetto a gran parte dell’Italia con dati di copertura che mettono a rischio la nostra popolazione: 83% di copertura vaccinale contro il morbillo, significa che quasi 20 genitori su 100 hanno deciso nell’ultimo anno di non proteggere i propri figli nei confronti di una malattia che potremmo teoricamente eradicare, proprio come abbiamo fatto con il vaiolo, e che invece causa ogni anno nel mondo dai 140.000 ai 170.000 morti.

Perché esistono persone con una preparazione di carattere scientifico, mi riferisco a medici o pediatri, che manifestano pubblicamente dei dubbi sulla reale efficacia dei vaccini?

Per due sostanziali motivi: ignoranza o interesse. Quando si parla di vaccinazioni si parla di scienza, metodo scientifico, decisioni basate sulle evidenze scientifiche. Dire “secondo la mia esperienza i bambini non vaccinati sono più sani dei bambini vaccinati” come alcuni pediatri hanno affermato, significa abbandonare il metodo scientifico, ignorare i dati epidemiologici, ignorare solide evidenze. Fuori dal metodo scientifico e dalle prove di efficacia semplicemente non c’è scienza, ci sono le proprie opinioni pseudoscientifiche che in medicina possono arrecare danno alle persone. Un medico che ignora la scienza vaccinale non dovrebbe parlare di vaccinazioni e dovrebbe indirizzare i propri pazienti a medici esperti del tema; un medico che sconsiglia sistematicamente le vaccinazioni, magari per interesse personale, è un medico che va fermato. Bene in questo senso le recenti radiazioni di colleghi che hanno abdicato alla scienza per abbracciare sconsiderate visioni pseudoscientifiche in ambito vaccinale.

Tra le argomentazioni più inflazionate tra i detrattori ci sarebbe la mancanza di obbligatorietà delle vaccinazioni in diversi Paesi europei (14 dei 29 Paesi hanno almeno una vaccinazione obbligatoria nel loro programma. Negli altri 15 invece, non ci sono vaccini considerati obbligatori ma soltanto raccomandati): perché alcuni Paesi rendono obbligatori i vaccini e altri no? Quale è la Sua opinione in merito?

L’obbligatorietà vaccinale è uno strumento ancora utilizzato da molti Paesi europei. Tutti i Paesi europei dovrebbero percorrere la strada verso il superamento dell’obbligo ma questa è una strada lunga e prevede il raggiungimento di obiettivi intermedi: un buon sistema di sorveglianza delle malattie infettive, l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali, il miglioramento della qualità dei Servizi vaccinali, alte coperture vaccinali. Quando in Italia registri un calo delle coperture vaccinali così imponente e in così poco tempo, allora possono rendersi necessarie misure eccezionali e radicali come quella dell’ampliamento dell’obbligo. Vista l’attuale situazione italiana non posso che essere favorevole ma nella mente e nel cuore c’è un’Italia che cresce, dove tutti i genitori sono messi nelle condizioni di comprendere l’importanza delle vaccinazioni e che non abbia bisogno dell’imposizione, esattamente come in Svezia, dove le coperture vaccinali sono altissime (98-99% per tutte le vaccinazioni offerte) e dove non vi è bisogno di alcuna forma di obbligo.

Dal punto di vista sociologico non pensa che dietro questa diffidenza verso la vaccinazione ci sia una forte mancanza di fiducia verso le Istituzioni?

Non c’è dubbio. Più il Paese è in crisi e più cresce l’intolleranza alle Istituzioni e quelle sanitarie non fanno eccezione. Questo è certamente uno dei fattori che determinano l’esitazione dei genitori di fronte all’offerta vaccinale. L’attitudine personale di chi ritiene che le proprie opinioni abbiano lo stesso peso di esperti del settore. Rimarrà sempre impresso nella mia mente il commentatore che su facebook rivolgendosi a Pierluigi Lopalco incalzava dicendo: “che ne sa lei?”… Pierluigi Lopalco è un Professore Ordinario di Igiene all’Università di Pisa, è stato per dieci anni a capo del programma sulle malattie prevenibili da vaccino dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ed è certamente uno dei più grandi esperti in ambito vaccinale che abbiamo in Italia. Sulle competenze digitali, la netiquette, il rispetto degli interlocutori esperti è forse necessario lavorare nelle scuole. Al contempo la trasparenza dell’operare da parte delle Istituzioni di sanità pubblica dovrà essere al centro delle agende politiche sanitarie. Con questo impegno a 360 gradi abbiamo la speranza che le cose cambino e che l’Italia torni ad avere coperture vaccinali proprie di un Paese civile.

Commenti
Ci sono 3 commenti
marco1975 2017-06-18 16:00:25
Stupisce sentire come ancora una volta un medico si schieri ciecamente a favore del credo ufficiale senza esercitare criticamente e cioè scientificamente la propria professione. Nel dettaglio:
-calo delle coperture vaccinali a 18 anni: è la prova di come la copertura da parte dei vaccini sia transitoria e decada velocemente nel corso degli anni per parte dei vaccini proposti. Continueremo quindi a vaccinarci per tutta la vita? Oppure come nel caso del morbillo sposteremo quella che era una malattia tipicamente pediatrica ad un'età in cui l'incidenza delle complicanze è maggiore?
-i vaccini sono in qualche modo pericolosi? I vaccini sono farmaci a tutti gli effetti e soggetti ad effetti collaterali che vanno ben oltre quanto citato da Fiacchini, sufficiente leggere il bugiardino ad esempio del vaccino mpr Priorix Tetra dove riporta ad esempio encefalite fra gli effetti indesiderati (NB, non è specificata la casistica percentuale!) fonte:https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000200_038200_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
-segnalazione di reazioni avverse: come dice Fiacchini vi è un'importante sottonotifica, basta leggere la relazione AIFA per vedere come metà delle segnalazioni provengano dal Veneto, unica regione che ha istituito un'anagrafe vaccinale digitale e una farmacovigilanza attiva. Anziché promuovere economicamente i pediatri e i medici vaccinatori incentivare chi fa attivamente farmacovigilanza nel nome della collettività. Ricordiamo infatti come i vaccini siano sottoposti a dei trial clinici limitati per numero di soggetti coinvolti (ad es Bexsero-Novartis test su 6427 soggetti; Priorix GSK test su 12.000 soggetti). Queste le linee guida dell'AIFA: "Le informazioni sulla sicurezza di un qualsiasi prodotto nuovo, sia esso un farmaco o un vaccino, non sono mai esaustive al momento del rilascio dell’autorizzazione in commercio perché l’esposizione al medicinale è limitata numericamente ai soggetti sottoposti ai trial clinici e qualitativamente non riguarda tutte le categorie di possibili utilizzatori.
Nel caso specifico dei vaccini pandemici, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) ha pubblicato diverse linee guida regolatorie. In linea con queste indicazioni europee aziende farmaceutiche ed autorità regolatorie devono acquisire e gestire rapidamente le informazioni di sicurezza e particolare attenzione deve essere rivolta alle reazioni avverse gravi o fatali, alle reazioni avverse gravi e inattese e agli eventi avversi di particolare interesse." Come questo sia possibile in Italia dove la farmacovigilanza attiva è molto limitata o addirittura lasciata ai genitori (con quale preparazione a riconoscere un evento avverso??), e con quale precisione statistica la "comunità scientifica" rilascia affermazioni sull'incidenza delle possibili conseguenze da malattia, magari prese a casaccio da statistiche certo autorevoli come fonti OMS ma che riguardano magari paesi aficani o asiatici dove mancano le basilari condizioni igienico sanitarie per impedire la trasmissione delle malattie epidemiche?
-Ignoranza o interesse? Qui invito proprio la blasonata "comunità scientifica" a fare un atto di umiltà e a dare un'informazione il più corretta e disinteressata possibile in argomento vaccinale, perché chiamare alla pandemia come sta accadendo ultimamente non farà altro che affossarne la credibilità. Richiamo ad una visione critica dei dati sull'incidenza delle malattie in Europa prima di sottoporre un'intera popolazione ad un programma sanitario di massa senza alcuna giustificata evidenza di necessità. Solo così forse la sanità pubblica riuscirà a guadagnarsi nuovamente la fiducia sufficiente a promuovere una vaccinazione volontaria e non coercitiva della popolazione.
ilbianconiglio 2017-06-18 18:09:19
marco 1975 si vede che sei giovane e non sai le (...omissis...) che dici. La mia generazione uscita dalla guerra si faceva le vaccinazioni perché la gente moriva e voi che non ricordate un (...omissis...) di queste cose vi permettete di dire tutte queste (...omissis...)?????
Fatevela voi un bel bagno di umiltà che pensate di sapere tutto perché internet vi dice una marea di (...omissis...) e ci credete ciecamente mentre non credete alla gente che sa.
TOrna a scuola a studiare e se lhai fatto torna di nuovo che non ti basta.
marco1975 2017-06-18 22:28:14
purtroppo si incontrano persone come te che dietro lo scudo sicuro della rete sfogano in maniera gretta le proprie frustrazioni con l'invettiva (conigli per l'appunto, siano essi bianchi o meno) anziché affrontare un dialogo da cui non saprebbero come uscirne. Quanto alla scuola, e ringrazio i miei maestri, ti assicuro che ho studiato quel tanto da uscire dall'ignoranza in cui sguazzi. Grazie del contributo.
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