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Senigallia-Morro d’Alba: referendum deciso dalle amministrazioni

L'intervento di Martinangeli (M5S): "ecco perché voto no"

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Stefania Martinangeli intervistata nella redazione di Senigallia Notizie

Durante lo scorso Consiglio Comunale del 2 settembre 2016, in cui si è discusso e deliberato in merito allo studio di fattibilità ed all’indizione del referendum consultivo sulla fusione per incorporazione del Comune di Morro D’Alba, il mio voto è stato contrario.
Non avevo votato a favore dell’atto di indirizzo per l’incorporazione di Morro d’Alba nemmeno durante il precedente Consiglio comunale del 27 luglio in quanto, a mio parere, l’atto risultava incompleto. Inoltre, nessun coinvolgimento vi era stato da parte dell’amministrazione nei confronti dei cittadini, che, come noi consiglieri, erano del tutto ignari della “necessità e della opportunità” di procedere a tale definitivo ed irreversibile procedimento. Almeno i cittadini avrebbero dovuto conoscere le ragioni di opportunità e convenienza fin da subito, ed avere il tempo di valutarle e metabolizzarle, visto che l’iniziativa non è partita dal basso, ossia dai cittadini, ma dalle amministrazioni, sembrerebbe da un contatto tra i sindaci dei rispettivi territori. Sindaci che hanno avuto modo di confrontarsi nel tempo sulla questione per poi approdare ad un atto di giunta da approvare in Consiglio, quale la deliberazione della giunta municipale n. 177 del 1° luglio 2016, di presa d’atto dell’indirizzo adottato dal Consiglio Comunale di Morro D’Alba e di manifestazione della volontà di aderire al percorso di fusione per incorporazione ivi indicato. Durante il consiglio comunale del 27 luglio ci era stato garantito che avremmo comunque avuto il tempo di approfondire e di coinvolgere i cittadini. Ma così non è stato in quanto, appena trascorso il tempo delle ferie di ferragosto, siamo stati convocati sempre d’urgenza per commissione e consiglio, questa volta, però, per approvare lo studio di fattibilità, fatto in men che non si dica, e per indire “ex abrupto” il referendum.

Durante tale seduta consiliare, avevo già evidenziato che, allo stato, sembrava non sussistere tra i due comuni nemmeno l’identità territoriale. Infatti il territorio di Morro D’Alba non presenta carattere di omogeneità territoriale con Senigallia, avendo caratteristiche morfologiche ed economiche diverse rispetto alla nostra città di mare, motivo per cui mi era sembrato che tale comune fosse più vicino territorialmente a quello di altri comuni limitrofi, quali San Marcello o Belvedere Ostrense. I comune litorali ed i comuni dell’entroterra hanno, inoltre, necessità completamente diverse con realtà diverse.
Tanto più che la Regione stessa, nel programma di riordino territoriale, inserisce i due comuni in diverse Dimensioni Territoriali Ottimali e Omogenee (DTO). Anche i collegamenti tra il nostro Comune e quello di Morro D’Alba non risultano affatto agevoli. Ed è per questo che le ragioni di una simile richiesta andavano non solo enunciate ma riportate nell’atto di indirizzo iniziale.

Pur preannunciando la mia astensione, ho comunque rimandato la decisione finale all’esame dello studio di fattibilità, alla redazione del quale avevo chiesto che partecipassero anche i consiglieri di minoranza, per non trovarsi, come poi nuovamente accaduto, con un atto di grande responsabilità quale quello di una fusione per incorporazione senza avere il tempo materiale per un approfondimento ed una dovuta condivisione dei suoi contenuti con la cittadinanza, che si troverà ad essere chiamata ad un referendum che non parte dai cittadini, ma dall’amministrazione, per la creazione, sempre con la massima urgenza, di un nuovo comune, come viene denominato nello studio di fattibilità.

Come già rappresentato in un mio precedente comunicato, lunedì 29 agosto a Senigallia, il Sindaco ha presentato lo studio di fattibilità del progetto di fusione per incorporazione durante la I° Commissione consiliare, alla quale è intervenuta anche la presidente del comitato del No incorporazione con Senigallia, che, alla fine della seduta, ha informato i Commissari dell’esistenza di una petizione per la sospensione di ogni iniziativa finalizzata alla fusione, al fine di elaborare e condividere con la cittadinanza altre possibili alternative che mantengano la sovranità dei cittadini stessi sul loro territorio. Il Comitato aveva già raccolto circa centoottanta firme in pochissimi giorni. Quindi ci sono cittadini che non condividono le scelte delle amministrazioni. Bisognerebbe verificare, se ce ne fosse il tempo, se queste amministrazioni hanno nelle loro linee di mandato, menzionato ed appalesato tali loro intenzioni alla cittadinanza.

Nello studio di fattibilità leggiamo che la attuale dimensione comunale è obsoleta specialmente nella nostra regione, che le nuove esigenze e le strategie comuni agli amministratori di Senigallia e degli altri territori impongono di individuare “nuovi” modelli per governare il sistema urbano. Non si parla più di castelli, di origini, di radici, di cultura, di appartenenza: ora c’è chi ci impone un linguaggio diverso, dove è importante la governabilità del sistema urbano ponendo nelle mani di pochi il governo di territori sempre più estesi.

In data 31 agosto, ad una riunione del comitato del No incorporazione con Senigallia, presso l’auditorium di Morro D’Alba, in una sala gremita di gente, ho di nuovo avuto occasione di ascoltare la presidente Sig.ra Chiappa Daniela, alla quale il comitato ha conferito i poteri di rappresentanza, la quale ha dettagliatamente esposto tutte le incertezze ed i dubbi in merito all’irreversibilità del processo di incorporazione, alle questioni economiche ed alla perdita di autonomia e di controllo sul territorio.

Non ci sono i tempi per una analisi approfondita dei pro e dei contro, perché questi tempi non ci vengono concessi, ma ciò che è certo è che, coloro che dovrebbero diventare cittadini senigalliesi, non lo vogliono. Lo vogliono gli amministratori, ma non i cittadini di Morro D’Alba, ed i cittadini di Senigallia sono totalmente ignari dei termini della questione.
Sanno solo che arriveranno 2 milioni di euro all’anno nel bilancio comunale, ma non sanno però che l’entità e la durata degli incentivi finanziari previsti per l’incorporazione non sono certi. E questo è scritto in caratteri piccoli anche nello studio di fattibilità.
Infatti, il Decreto del Ministero dell’Interno Decreto 26 aprile 2016, che disciplina i termini e le modalità per l’attribuzione, a decorrere dall’anno 2016, dei contributi spettanti ai comuni istituiti a seguito di procedure di fusione, dice all’art. 2 comma 1° che gli stanziamenti avranno un limite massimo di 2 milioni di euro per ciascuna fusione, ma dice anche, al comma 2, che la quantificazione del contributo annuale deriva dai fondi erariali stanziati e che, qualora le richieste di contributo risultino superiori al fondo stanziato, nella determinazione del trasferimento erariale si dovrà subire un decremento della somma massima consentita.

Lo studio di fattibilità avrebbe dovuto essere riesaminato in Commissione consiliare per chiarire tutti i dubbi emersi.
Infatti c’è anche da dire che saremo chiamati ad affrontare la questione relativa all’istituzione di 7 soggetti politici previsti a capo del Municipio (1 prosindaco e 6 consiglieri municipali), con piena autonomia decisionale o di parere su tutte le decisioni relative all’attuale territorio del comune di Morro d’Alba.
Risponde tale statuizione ai principi di semplificazione e convenienza economica?” “Si è provato ad immaginare il significato di un parere vincolante del prosindaco e dei sei consiglieri municipali su una serie di questioni, prima fra tutte l’ adozione degli strumenti di pianificazione urbanistica che incidono anche sul territorio municipale (il PRG infatti è unico per tutto il territorio del comune), ma allo stesso modo sul piano triennale delle OO.PP.?” “E siccome il CC non potrebbe disporre neppure sull’utilizzo dei beni immobili di proprietà del comune incorporato, alla fine “comanderà” più Morro d’Alba di Senigallia, perché potrebbe impedirne o ritardarne tutte le scelte più importanti?” Questi sono i quesiti ed i dubbi irrisolti che provengono dai cittadini.

Pur nella posizione di minoranza consiliare in cui mi trovo, pur rendendomi conto della irrilevanza numerica rispetto alla maggioranza, con il mio voto contrario ho voluto comunque esprimere non solo la mia contrarietà allo studio di fattibilità ed all’indizione del referendum per tutti i motivi esposti e per tutte le carenze ed i dubbi che non sono stati fugati, ma ho voluto unirmi alla voce di quei cittadini del comitato del No incorporazione con Senigallia che accoratamente ci chiedono di sospendere questo procedimento per esaminare altre opportunità, che siano più consone alla loro storia, alla loro origine, al loro vissuto, alla loro appartenenza, al loro diritto di sovranità sul loro territorio che presenta una forte connotazione ed una consolidata identità.

Il referendum consultivo senza quorum avrà comunque luogo il 23 ottobre prossimo e tutti i cittadini di Senigallia e di Morro d’Alba dovranno votare consapevolmente ed in modo indipendente, senza i condizionamenti di politica ed interessi economici, ma con l’obiettivo di mantenere sui territori il controllo dei cittadini più che la “governabilità del sistema urbano”.

 

da Stefania Martinangeli
Consigliere del Movimento 5 Stelle Senigallia

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