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Monaco, strage al centro commerciale: il racconto del senigalliese Mattia Mariselli

Il giovane ingegnere informatico si è trasferito in Baviera da alcuni mesi

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Bar centrale di Monaco

Monaco di Baviera è ancora sotto shock per la sparatoria consumatasi nel pomeriggio di venerdì 22 luglio al centro commerciale Olympia dove un 18enne tedesco di origine iraniana, avrebbe aperto il fuoco uccidendo 10 persone e ferendone 16 (di cui tre gravissime). Tra le dieci vittime anche l’attentatore.

Tutto è iniziato poco prima delle 18 nel cuore dello shopping di Monaco, l’area del centro commerciale Olympia, detto Oez, aperto nel 1972 in occasione delle Olimpiadi nella zona residenziale di Moosach. La prima chiamata alla polizia è arriva alle 17.50. Testimoni riferivano di “tre persone con armi da fuoco” nella zona della Hanauer Strasse. La sparatoria è iniziata in un fast food McDonald’s di fronte al centro commerciale; già dopo pochi minuti dall’assalto, la polizia parlava di “diversi morti e numerosi feriti”. L’intera zona è stata  sigillata con un imponente spiegamento di forze. La verità è emersa solo alcune ore dopo: l’autore della mattanza era un 18enne che avrebbe agito da solo, il cui corpo è stato ritrovato a circa un chilometro di distanza dal centro commerciale. L’uomo aveva uno zainetto rosso, gli agenti lo hanno ispezionato con un robot nel timore che potesse contenere esplosivi. Dopo l’assalto, le autorità hanno dichiarato “lo stato d’emergenza” in tutta la città, fino all’una e quaranta nella notte.

Tra i testimoni di questa strage c’è anche un giovane di Senigallia, Mattia Mariselli, brillante ingegnere Mattia Mariselliinformatico, trasferitosi da qualche mese per lavoro proprio a Monaco e che, al momento della sparatoria, si trovava a qualche isolato di distanza dalla zona dove si consumava il massacro.

Al momento della strage ero in un locale in pieno centro a Monaco, più precisamente al “Bar Centrale”  che si trova a poche centinaia di metri dalla famosa Marienplatz. Eravamo arrivati alle 18.30 direttamente dal lavoro. Una volta accomodati, ad alcuni di noi, sono arrivati dei messaggi parlando di un attentato vicino a Olympiapark. Piano piano iniziavano ad emergere dettagli sempre più preoccupanti. L’idea diffusa era di un commando di 3 persone, due delle quali a piede libero. A seguire poi sono arrivati messaggi riguardanti possibili attentati al Mc Donald’s di Stachus (Karlsplatz) ed un presunto colpo esploso a Odeonsplatz. A quel punto la tensione e la paranoia erano diventate altissime. Molti dei miei colleghi volevano lasciare il locale per andare a casa ma era tutto bloccato, mezzi pubblici e taxi”.

Prosegue ancora Mariselli: “Il momento più terribile è stato quando, a seguito di un rumore dentro il bar, alla clientela è preso il panico, in pochi secondi tutti i clienti del locale hanno iniziato a correre verso le vie di uscita ribaltando tavoli e sedie. Nessuno aveva idea di cose stesse succedendo, ma l’istinto di sopravvivenza ha portato tutti a comportarsi nello stesso modo. Io con un gruppo di colleghi mi sono rifugiato all’ultimo piano dello stabile che ospitava il bar al piano terra. Siamo rimasti sul pianerottolo dell’ultimo piano per circa 20 minuti, in silenzio, tra i pianti di alcune ragazze visibilmente sotto shock. Fortunatamente era stato solo un falso allarme, ma la tensione è rimasta alta fino a mezzanotte quando era ormai chiaro che in centro non vi era stato alcun attentato e l’unico assassino era deceduto. Dal bar ci si è divisi, qualcuno è stato ospitato da sconosciuti che hanno gentilmente offerto riparo mentre altri, come me, sono andati a casa a piedi visto che si trattava di poco più di 40 minuti di strada”.
Nonostante siano passate svariate ore dal cessato allarme a Monaco ancora si respira un’aria molto tesa: “Andando a piedi verso casa era impressionante vedere il gran numero di forze armate in tutta la città. Questo ha aiutato a sentirsi sicuri e permettere a molta gente, come me, di camminare tranquillamente verso casa.
Adesso che è abbastanza certo che il killer non appartenesse ai gruppi fondamentalisti c’è solo tanto shock e sconforto. Certo è che questo ha in qualche modo ravvivato ed amplificato i timori emersi dalla notizia del 17enne afghano che ha colpito con un’ascia i passeggeri del treno verso Wurzburg”.

Sui risvolti politici e sociali di questo ennesimo episodio di violenza aggiunge: “Sicuramente gli oppositori della Merkel incalzeranno con la polemica sulle sue scelte politiche in termini di immigrazione. Non so dire che genere di ripercussioni avrà, credo sia scontato però che aumenterà la tensione almeno in città vista la grande presenza di musulmani nel suo territorio.”

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