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“Chi avvelena il nostro mare, nutre la nostra rabbia” -FOTO

"E’ imbarazzante l’assenza d’imbarazzo sia dell’Amministrazione che del CaterRaduno"

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Presidio comunicativo

Sabato 4 luglio, una cinquantina di attivisti hanno messo in campo un presidio comunicativo in Piazzale della Libertà, davanti alla Rotonda, gentilmente concessa per una settimana alla multinazionale ENI, in quanto sponsor del CaterRaduno.

E’ imbarazzante l’assenza d’imbarazzo sia dell’Amministrazione Comunale che dei frontman dello stesso CateRaduno, nell’offrire Senigallia come palcoscenico per i profitti di chi non ha nessun altro interesse che non sia quello di rapinare e inquinare il nostro territorio.

E’ imbarazzante come la logica del “m’illumino di meno”, diventi silente davanti al cash che lo sponsor ENI mette a disposizione.

Ecco perché con striscioni, volantini e interventi abbiamo denunciato l’ipocrisia di ENI che mentre parla di economia verde, rapina le nostre coste delle loro risorse naturali, inquina il mare Adriatico e rovina la democrazia.

Di seguito il testo del volantino distribuito e alcune foto dell’iniziativa.

Presidio comunicativoPresidio comunicativoPresidio comunicativo

Chi avvelena il nostro mare, nutre la nostra rabbia:
nessuna accoglienza per la multinazionale ENI

Il Governo Renzi con il decreto Sblocca Italia ha affermato per legge la superiorità degli interessi economici delle multinazionali a discapito dell’economia diffusa del nostro territorio, fatta di agricoltura, turismo balneare, artistico e culturale.

Nel mare Adriatico, infatti, potrebbero presto spuntare decine di piattaforme per l’estrazione degli idrocarburi o per lo stoccaggio di CO2, con tutte le conseguenze del caso sia per l’integrità degli ecosistemi marini, sia per la tenuta del sistema turistico su cui si basano la gran parte delle città costiere.

L’economia del petrolio però non porta con sé solo le trivellazioni per cercare e/o stoccare, ma tutto un indotto logistico fatto di discariche per i rifiuti, gasdotti e oleodotti che attraverseranno tutto il lato est della penisola, sia in mare che in terra.

Rispetto alle trivellazioni in mare, la multinazionale Eni possiede ben 8 delle 15 concessioni di coltivazione attualmente presenti nella nostra regione.

Lo scorso 3 giugno il Ministero dell’Ambiente ha decretato la compatibilità ad una campagna di ricerca che riguarda tutte le coste dell’Adriatico: dall’Emilia Romagna alla Puglia. Un’area complessiva di 30mila chilometri quadrati per svolgere ricerche con una tecnica, quella degli air gun, considerata dagli scienziati nociva per i pesci e per i cetacei. Milioni di ettari di mare dove l’ispezione dei fondali marini procederà emettendo spari fortissimi e continui di aria compressa. La tecnica è una delle più contestate dagli ambientalisti di tutto il mondo poiché gli spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci e, soprattutto, la perdita dell’orientamento, una delle cause dello spiaggiamento dei cetacei.

Un altro preoccupante progetto autorizzato dal Ministero dell’ambiente che riguarda proprio Senigallia: il progetto di stoccaggio di CO2 denominato “Sibilla” davanti alla nostra costa, tra Fano e Senigallia. Si tratta del primo progetto per lo stoccaggio di CO2 del nostro Paese che consiste nel pompare nel sottosuolo l’anidride carbonica che esce dalle centrali elettriche alimentate da combustibili fossili. Si tratta di una tecnologia non ancora collaudata; l’anidride carbonica potrebbe “evadere” dal sottosuolo ed entrare ugualmente nell’atmosfera. Una fuga di anidride carbonica è letale per uomini e animali quando la concentrazione nell’atmosfera supera il 5% e causerebbe l’acidificazione dell’acqua. Sappiamo tutti che la nostra è una zona sismica e quindi immagazzinare l’anidride carbonica proprio in un sottosuolo epicentro di terremoti, oltre che insensato, è terribilmente pericoloso.

Senigallia, insieme a tutto il movimento regionale Trivelle Zero/Marche, non è in vena di trattativa quando la posta in gioco è così alta. Difendere il proprio territorio e la nostra democrazia dalle mani delle multinazionali del petrolio e dal governo Renzi, che vorrebbe trasformare l’Italia in un hub energetico per il transito degli idrocarburi verso il nord Europa, non è solo una scelta, ma una necessità.

Le lotte per i beni comuni e per uno sviluppo ecosostenibile ci hanno insegnato che l’arma principale per battere chi vuole fare profitti sulle nostre vite è la partecipazione plurale, libera, cosciente e radicale della popolazione. Per quanto ci riguarda, comincia adesso.

da Spazio Comune Autogestito Arvultùra – Senigallia
Movimento Trivelle Zero/Marche

Commenti
Solo un commento
Mario2 2015-07-07 08:13:39
Come mai vi siete mobilitati in 200 per Salvini facendo un casino mentre ora che la questione e' veramente seria inscenate questa protesta cosi soft? Immagino che alla festa de l'unita' sarete allo stesso tavolo delle persone che velatamente criticate in questo comunicato, c'era la Boldrini a Senigallia come mai non ha fiatato nessuno?
E' proprio vero, non si morde la mano di chi ti nutre, venduti!
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