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Rifondazione Comunista Senigallia: “va progettata alternativa a Pd e FI”

"La sinistra, parte della storia cittadina, è scomparsa nella subalternità dell’appoggio a Mangialardi"

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Rifondazione Comunista

Mentre sempre più evidenti i segni della crisi producono povertà, emarginazione, disoccupazione, si allarga la distanza tra politica e società.

Votati alla governamentalità, supini agli interessi dell’impresa i partiti della seconda repubblica si chiamino Pd o Forza Italia, lavorano con alacre impegno a demolire i diritti di chi lavora, il patrimonio pubblico, i servizi sociali. Non diversamente accade nella nostra città: aldilà delle imbellettature, la Giunta Mangialardi ha cantato in questo coro, e le vicende, drammatiche, dell’alluvione, l’incuria dei beni pubblici (si pensi al crollo della Palestra Marchetti), i tagli ai fondi per i disabili, l’aziendalizzazione delle società (ultimo gli aumenti cauzionali di Multiservizi) ne sono la testimonianza.

Aldilà dell’impegno in Consiglio comunale in città è mancato il conflitto, o meglio, i conflitti non hanno trovato momenti unificanti per trasformarsi in progetto.

Peggio la sinistra, che è tanta parte della storia della città, scomparsa nella subalternità dell’appoggio a Mangialardi, rifugiata negli specifici di qualche singola, pur meritevole, battaglia, confinatasi nel ruolo di minoranza consiliare, non rappresenta più un riferimento politico al disagio sociale e al bisogno di alternativa.
Rifondazione Comunista non ha rappresentato l’eccezione, e deve fare grande autocritica per aver disperso il patrimonio di un brillante risultato elettorale amministrativo, con la coalizione guidata da Roberto Mancini, mai trasformatasi in un soggetto sociale e politico capace di trascendere se stesso e realizzare le condizioni di un’alternativa del fare.

Quella che allora era un’intuizione diventa oggi una necessaria possibilità, dentro il recinto proposto dal Pd, partito della normalizzazione neoliberista, c’è solo la subalternità, nel localismo delle liste civiche la parzialità del minoritarismo.

L’intuizione che alle elezioni europee ha permesso la nascita della lista Tsipras, i percorsi che oggi sono in atto nel paese, e anche nella nostra regione, per la costruzione di un campo aperto capace di mettere a confronto i portatori di conflitto, le storie politiche, le esperienze migliori e l’alternativa ci indicano una soluzione.

E sarà anche questo il tema in discussione giovedì 11 dicembre alle ore 18  c/o il centro Sociale delle Saline  in un incontro che Rifondazione di Senigallia ha promosso con la partecipazione di Stefano Galieni, responsabile PRC Marche.

Commenti
Ci sono 2 commenti
Giovanni Gregoretti
Giovanni Gregoretti 2014-12-01 23:11:30
purtroppo gli anni trascorsi di malapolitica nazionale (che ha contagiato ovviamente quella locale) hanno ridotto la sinistra a poco più che niente nel panorama politico. La crisi economica (forse creata ad arte) ha contribuito a peggiorare ulteriormente le cose. Oggi il potere politico è finito nelle mani di "imbonitori" da strapazzo e le masse gli hanno conferito il consenso di cui costoro si vantano... e purtroppo hanno ragione. Corsi e ricorsi storici?
Franco Giannini
Franco Giannini 2014-12-02 15:29:06
"...Quella che allora era un’intuizione diventa oggi una necessaria possibilità, dentro il recinto proposto dal Pd, partito della normalizzazione neoliberista, c’è solo la subalternità, nel localismo delle liste civiche la parzialità del minoritarismo." Credo che un partito vicino alla "gente del popolo", debba essere vicino a questo, anche con un linguaggio più consono ad esso, più immediatamente comprensibile. Invece qui ci si vuol far belli ed intellettuali, usando quello dei "filosofi della politica" alla ricerca di consenso, che mio padre (che oggi ancora fosse vivo avrebbe 113 anni), nella sezione del PCI in cui mi portava, mi indicava sussurandomi ": ... vedi Franco questo che parla?? ha una grande preparazione e cultura politica" e me lo diceva in modo "estasiato". Non sapendo che la Cultura è cultura. Punto. Ma forse anche perchè ad un cieco l'orbo appare sempre come un fortunato.
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