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Applausi e risate a Senigallia per la prima di Zanza con “Io non sono Normale”

Molto apprezzata la spassosa e intelligente commedia che prova a spiegarci che cos'è "normale" - FOTO

Galli Enoteca Senigallia - Coravin
Anzalone, Mentonelli e Pagliaroni in "Io non sono normale"

C’era attesa e curiosità per la prima di “Io non sono normale”, la nuova commedia di David Anzalone “Zanza”, scritta insieme al regista Alessandro Castriota, che è andata in scena la sera di giovedì 27 novembre al Teatro La Fenice di Senigallia.

Sentimenti ampiamente ripagati ed appagati da una scoppiettante performance dell’attore e regista senigalliese, sul palco insieme a Francesco Mentonelli e Michele Pagliaroni, che ha proposto la figura di Paolino: un disabile (mezzo) miracolato alle prese con la società “normale” ed il suo inserimento all’interno di essa.

Una carrellata di situazioni al limite del surreale, ma che a pensarci bene, molto surreali non sono, tanto che Paolino (David Anzalone) le bolla man mano come “normali”, tra lo sconcerto del suo ex-accompagnatore Leonello (Francesco Mentonelli), che deve man mano arrendersi all’evidenza.

La galleria di personaggi, montata con grande maestria, in un’escalation che raggiunge il suo climax verso le considerazioni finali, stavolta più che serie, sulla società in cui vivono i “normali” è costellata da veri e propri colpi di genio autorale partoriti dalla coppia Anzalone-Castriota, che trascinano gli spettatori in uno spassoso vortice di risate da cui si esce solo nel momento in cui Zanza ci sbatte in faccia l’amara verità.

La scena iniziale di "Io non sono normale"Anzalone e Mentonelli sul palco con "Io non sono normale"David Anzalone alla Fenice con "Io non sono normale"

Applausi a scena aperta e applausi finali del “miglior pubblico mai avuto”, inframezzati dai ringraziamenti sentitissimi ed emozionati di David Anzalone ai suoi compagni Francesco Mentonelli e Michele Pagliaroni, per la regia di Alessandro Castriota, i costumi e le scene di Elisabetta Gabbioneta, le luci curate da Claudio Fiorini.

Dopotutto, come poteva non essere apprezzato uno spettacolo dai forti risvolti sociali, tanto alti da risolvere, una volta per tutte e nel modo meno politically correct, anche il problema dei parcheggi in città!

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