SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Paradisi: “tassazioni persecutorie dal Comune di Senigallia. Lo dice il Garante”

Il consigliere del Coordinamento Civico: "Pesantissima denuncia sulle insegne pubblicitarie"

Insegna pubblicitaria esercizio commerciale, bar

Il Comune di Senigallia non può tassare i cittadini senigalliesi, sulle insegne pubblicitarie, “con intento persecutorio e restrittivo se pure adottato in buona fede”.

Le durissime parole che condannano senza se e senza ma l’atteggiamento vessatorio del sindaco Mangialardi e del nostro ufficio tributi sono niente meno che del Garante del contribuente delle Marche dott. De Feo.

L’indice del Garante è giustamente puntato sulle modalità di imposizione (persecutoria e restrittiva) relativa all’imposta comunale di pubblicità per gli esercizi commerciali. Dove il Comune pretende e incassa soldi che non deve chiedere. Lo avevo già denunciato nel corso di un Consiglio Comunale citando un emblematico caso specifico di vessazione e invitando il sindaco a smetterla di tartassare iniquamente e “contra legem” i commercianti.

Ma Mangialardi non ne ha voluto sapere. E in una nota, mi aveva risposto che era tutto in regola. Una castroneria. Il Comune di Senigallia, infatti, in violazione del D.lgs 5/1993 e della risoluzione 2/DF del 24.04.2009 del Ministero dell’Economia, applica (differentemente dalla quasi totalità degli altri Comuni) l’imposta comunale di pubblicità in relazione alle insegne degli esercizi commerciali determinando l’imposta non sulla base della superficie (minima) in cui è inserito il carattere alfanumerico dell’insegna, ma sulla base dell’intera superficie (fosse anche un’intera vetrina) che ospita la scritta identificativa dell’esercizio. Così decuplicando le imposte per gli ignari commercianti.

Incredibili e intollerabili le motivazioni offerte dal sindaco Mangialardi e dal responsabile dell’ufficio tributi del Comune che aveva scritto – non senza presunzione di onnipotenza – di ritenere (lui!) “non conforme al dettato normativo le indicazioni contenute nella risoluzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze” che ha appunto sempre prescritto ai Comuni la modalità di calcolo sulla superficie minima, contrariamente a quanto fa illegittimamente il Comune di Senigallia. Un funzionario comunale, insomma, con la protezione del sindaco, disapplica coscientemente una norma ministeriale per far pagare più tasse ai cittadini.

Il Garante bacchetta senza remore il sindaco e scrive: “Di fronte alla chiarezza della legge e alle univoche interpretazioni della giurisprudenza non si riesce a comprendere la ‘chiusura’ di codesto Ufficio”. E il Garante avverte anche il sindaco sui possibili danni che simile atteggiamento causerebbe “in caso di soccombenza davanti agli organi di giustizia tributaria”.

Appello ai commercianti: sommergete di ricorsi il Comune. Siamo cittadini, non sudditi da tartassare arbitrariamente.

Commenti
Solo un commento
giulio 2014-03-19 18:36:58
Bravo Paradisi. Uno dei pochi che fronteggia il "Partito Unico" sul terreno a lui più ostico: il diritto, la legalità e la difesa di coloro che lavorano (sul serio). Non sono un commerciante, se lo fossi non esiterei a ricorrere ed a chiedere indietro il maltolto (più gli interessi). Un saluto a tutti i lettori di Senigallia Notizie.
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno





Cronaca
Politica
Cultura e Spettacoli
Sport
Economia
Associazioni
Fuori dalle Mura