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Cristian Carboni, da Senigallia verso l’Italia. Correndo su sterrati e salite

INTERVISTA al giovane ultramaratoneta, terzo nella prestigiosa (e faticosa) gara di Siena

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Autonoleggio Mariotti Senigallia
Nicola Mallucci e Cristian Carboni

Non è una disciplina molto nota, ma non si può certo affermare che non sia affascinante e non richieda sforzi. E’ l’Ultramarathon: una corsa simile alla maratona, con la differenza che è assai più lunga dei tradizionali 42 km e 195 metri, svolgendosi inoltre non di rado in percorsi impervi e con pendenze che farebbero sbuffare di fatica pure qualche ciclista professionista.


Sembrano vivere nell’ombra, perché si allenano in orari e luoghi poco frequentati, ma pure Senigallia ha i suoi “ultramaratoneti”: uno di loro, Cristian Carboni, 33 anni, domenica 2 marzo ha partecipato alla prima edizione della “Terra di Siena”, una competizione che ha visto al via ben 400 podisti, snodandosi tra le colline toscane prima di arrivare, dopo 50 km di fatica tra gli sterrati, nell’affascinante Piazza del Campo.

Carboni, contro ogni pronostico, è giunto terzo, mettendosi dietro tanti “professionisti” della disciplina.

E’ stata davvero una soddisfazione incredibile e completamente inaspettata. Ho preso parte a questa competizione non tanto con l’intenzione di fare una buona prestazione ma come allenamento in vista delle prossime ultramaratone. Ho deciso di partecipare anche per accompagnare il mio amico Nicola Mallucci (alla sua destra nella foto), altro senigalliese che da anni corre ultramaratone“, spiega, ancora sorpreso dall’exploit, il diretto interessato.

C’erano tanti big della specialità, ma son partito bene, cercando di stare sempre nelle prime posizioni – aggiunge – provando pure a godermi lo scenario di posti davvero unici. Un modo per soffocare la fatica, così come il sostegno delle tante persone che lungo il percorso ti incitano“.

E’ stato soprattutto nel finale che Carboni è riuscito a risalire posizioni fino al podio, segno di un’ottima preparazione: “in effetti mi son allenato bene – ammette – ma anche la buona sorte è stata dalla mia parte. Non ci sono parole per descrivere l’emozione provata nell’entrare in Piazza del Campo, gremita di gente, in terza posizione, non lontano da un campione come Marco D’Innocenti, già in nazionale, col quale ero fianco a fianco sul podio. E’ un terzo posto che vale davvero come una vittoria“.

Un risultato straordinario e che ripaga una passione che è mantenuta viva pure con tanti sacrifici: “ho iniziato circa quattro anni fa, quando con alcuni amici ho fondato la Never Stop Run, una squadra che partecipa a gare di lunga distanza su asfalto e in montagna – evidenzia Carboni – . Complessivamente ho corso circa 35 tra maratone ed ultramaratone, mi alleno sei volte la settimana correndo complessivamente più di 300 km al mese. Per conciliare questa passione con il mio lavoro in carrozzeria faccio allenamenti la sera nei periodi freddi e all’alba d’estate, quasi sempre lungo il Misa o sulle colline senigalliesi, assai impegnative. Sono un’ottima palestra anche se a volte cerco un maggiore dislivello sugli Appennini“.

Il 2014 sarà un anno cruciale per Carboni, che – sempre più fiducioso nei propri mezzi dopo il recente exploit senese – parteciperà alle più importanti gare di ultramaratona italiane, come la Lavaredo Ultra Trail e la Monte Bianco.

Continuerà a farlo col medesimo entusiasmo per uno sport faticoso ma anche affascinante per il suo contatto con la natura e con la gente, oltre che “davvero sano ed economico, perché si può svolgere in qualsiasi momento e luogo“.

Uno sport che – come afferma la leggenda vivente della specialità, Marco Olmo – nella solitudine delle colline e delle montagne, restituisce un po’ se stessi, poiché “le lunghe distanze separano. Allontanano. Ti restituiscono la magia della tua singolarità. È in quei momenti che la noia torna a essere quello che è: un concetto astratto, buono per chi non insegue una meta. Uno stato d’animo per vite senza scopo“.

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