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Rifiuti, approvata la riconversione dell’impianto di Corinaldo

Si passerà dalla frazione organica al trattamento del residuo secco

L'impianto di compostaggio di Corinaldo, di proprietà del Cir 33

Deciso passo in avanti per la soluzione dell’emergenza rifiuti. L’Ata rimette le cose a posto al termine dell’assemblea svoltasi alla Zipa di Jesi, deliberando l’indirizzo che prevede la riconversione dell’attuale impianto per il trattamento della frazione organica di Corinaldo in impianto di trattamento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (la cosiddetta frazione secca).

La proposta, elaborata dalla cabina di regia formata da sette Comuni e diretta dal sindaco di Monsano Gianluca Fioretti, ha ricevuto un solo voto contrario, quello del Comune di Ostra, e sei astensioni, i Comuni di Castelfidardo, Santa Maria Nuova, Serra de’ Conti, Ostra Vetere, Trecastelli e, come da prassi, la Provincia di Ancona che, con il commissario straordinario Patrizia Casagrande, presiede l’assemblea dei sindaci.

Avevamo l’obbligo di individuare il sito entro il 31 gennaio – ha spiegato la Casagrande – pena il rischio di perdere 6,3 milioni di fondi Fas necessari alla realizzazione dell’impianto e di incappare nella procedura di infrazione europea; dunque siamo molto soddisfatti di aver centrato l’obiettivo. L’accordo raggiunto permette di recuperare il tempo perduto, ma soprattutto di non vanificare quanto di buono è stato fatto nel corso degli anni, che ha permesso a questo territorio di essere tra i più virtuosi a livello nazionale. Credo che la scelta di Corinaldo rappresenti una soluzione congruente perché permette di collocare l’impianto di trattamento dei rifiuti residui, prima del loro smaltimento, nei pressi di una discarica già esistente e in corso di ampliamento, con un notevole risparmio economico. Ma evidenti sono anche i vantaggi ambientali: il nuovo impianto, infatti, permetterà un maggiore recupero dei rifiuti e la conseguente riduzione del loro conferimento in discarica“.

La delibera approvata, inoltre, prevede anche che l’Ata procederà da subito, attraverso l’affidamento di un incarico specifico, alla redazione del Piano d’Ambito, al fine di individuare la migliore soluzione impiantistica per il trattamento della frazione organica e delle altre frazioni da raccolta differenziata prodotta su tutto il territorio provinciale.

Commenti
Solo un commento
paolofiore 2014-01-25 19:09:20
L'impianto di COMPOSTAGGIO (aerobico) di Corinaldo è costato 9 milioni di euro per trattare in maniera nominale 20.000 Ton. di organico su un totale prodotto della Provincia di circa 45.000 ton/anno. Per fare un paragone un impianto privato di probabile costruzione a Casine di Ostra ANAEROBICO costa (su carta) circa 12 milioni di euro per 45.000 ton/anno producendo energia e materiale di qualità in grado di sostenersi. L'impianto di Corinaldo si è DOVUTO convertire in quanto, essendo aerobico, non riusciva a sostenere il carico nominale arrivando ad oggi a smaltirne solo 5. Per riportarlo alla portata nominale si dovevano spendere altri milioni di euro ma che, oltre a riportarlo al nominale, non avrebbe dato altri benefici come un impianto ANAEROBICO.
L'impianto di Corinaldo, sebbene previsto dalle norme, era prevedibile il suo fallimento come scrissi già nel 2009 quando ho iniziato ad occuparmi di "ambiente".
Ricordo che nel 1999 il Presidente della Repubblica nel decreto n.158, linea guida per la gestione dei rifuti, già proponeva che l'organico venisse trattato in modalità ANAEROBICA affinchè al cittadino gli venisse detratto dal costo di conferimento quanto ricavato dall'energia prodotta e materiale venduto per fini agricoli. Infatti, già negli anni 2000 nascevano i primi impianti anaerobici ed oggi i nostri rifiuti organici, in eccesso, vengono dirottati in Romagna ovviamente su un impianto anaerobico. Costo a tonnellata del nostro organico per smaltirlo euro 94 contro gli 80 del nostro grigio (compreso di ecotassa).
Pertanto c'è poco da farsi belli rivolgendomi alla Provincia, CIR33 e company in quanto, a mio avviso avete sbagliato completamente strada ed in netto ritardo.
Altra decisione che sbandierate tanto che a mio avviso NON PORTA NESSUN RISPARMIO AL CITTADINO è il servizio Porta a Porta integrale ed esteso.
E' un servizio si comodo per il cittadino da un punto di vista ma non aiuta affatto a capire il vero valore della diffrenziata; altamente inquinante per il numero dei camion che girano e numerose fermate, costi troppo legati all'energia e alla mano d'opera (i camion si rompono spesso, il carburante di sicuro aumenterà ecc..).
La mia soluzione: l'indifferenziato prelevarlo mensilmente PaP, organico lasciarlo PaP due volte a settimana con realizzazione di un impianto pubblico ANAEROBICO presso il depuratore Multiservizi di Jesi; il differenziato gestito dal Comune in punti di raccolta presidiati o automatizzati sistemati in zone strategiche (consigliabile in centri commerciali) pagando al cittadino quanto conferisce. Per portare due dati concreti, nel 2012 Senigallia avrebbe potuto incassare 1.600.000 euro dal suo differenziato e quindi distribuito ai cittadini.
Il cittadino in questa maniera darà un peso ben diverso ad ogni tipologia di rifiuto, il grigio dal momento che gli passa una volta al mese cercherà di farne il meno possibile; il differenziato avrà valore e per chi volesse limitare gli scarichi, cercherà di acquistare prodotti con meno imballo possibile (verso il rifiuto zero). L'organico se trattato in maniera anaerobica prenderà forma di un combustibile dove ristoranti e negozi di ortofrutta, maggiori produttori di combustibili, invece che essere penalizzati dovrebbero essere invece premiati.
Ci vuole tanto ?
A disposizione per chi volesse chiarimenti.
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