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Il 31 dicembre 1502 la strage di Senigallia di Cesare Borgia, “Il Valentino”

Ne ha parlato Machiavelli, lodandola come esempio di realismo e capacità politica

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Emmediciotto - Nuova apertura a Senigallia
Straga del "Valentino", targa a Senigallia

Il 31 dicembre di 511 anni fa avvenne nei pressi dell’attuale scuola “Giovanni Pascoli” l’episodio storicamente noto come “Strage di Senigallia”.

Ad ordirla, il 31 dicembre 1502, fu il Duca Cesare Borgia, figlio di Papa Alessandro VI, noto come “Il Valentino“.

Niccolò Machiavelli in “Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini” pubblicata nel 1503, racconta sinteticamente le premesse e lo svolgimento della vicenda, esaltando sostanzialmente “il magnifico inganno” perpetrato a Senigallia, più ammirato per l’astuzia con cui era stato organizzato che criticato per la sua violenza e spietatezza: un esempio di realismo politico con pochi eguali, commentò il celebre intellettuale.

Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo – come racconta la targa posta sulla scalinata di ingresso della scuola Pascoli (lato piazza Saffi) – celebri condottieri e cavalieri di ventura, furono tra gli ideatori di una congiura ai danni del Borgia, desideroso di ampliare i suoi territori dell’attuale centro Italia: dopo aver trucidato alcuni funzionari del “Valentino” e fomentato ribellioni nel Ducato di Urbino – occupato da quest’ultimo – i congiurati accettarono l’invito per un incontro di riappacificazione dal celebre uomo politico, con cui si incontrarono a Senigallia il 31 dicembre 1502.

Qui questi furono imprigionati dopo aver ricevuto dal Borgia un bacio in segno di riconciliazione: quindi – racconta Machiavelli – “venuta la notte, e fermi e tumulti, al Duca (Cesare Borgia) parve di fare ammazzare Vitellozzo e Liverotto (Oliverotto); e conduttogli in uno luogo insieme, gli fe’ strangolare“.

Successivamente, anche altri congiurati furono uccisi su iniziativa dello stesso Cesare Borgia.

L’episodio è citato ampiamente anche nell’opera più famosa di Machiavelli, “Il Principe“.

Commenti
Ci sono 7 commenti
Pinella 2013-12-31 09:52:04
Recenti ricerche hanno dimostrato che Oliverotto e Vitellozzo non morirono per mano di Cesare Borgia, bensì a causa di una teglia di cozze avariate, consumate proprio quella notte di Capodanno.
Michele 2013-12-31 11:32:11
Ho letto un libro a proposito, molto interessante, un pezzo di storia di questa citta' che conoscono in pochi.
Melgaco 2013-12-31 14:00:48
Per fortuna c'è Andrea Pongetti in questa città di ignoranti
un povero tra i poveri (di politica) 2013-12-31 16:30:18
Nel 2013 ho avuto la fortuna di leggere un vecchio libro che trattava l'argomento storico accaduto in Senigallia. Poco dopo in TV credo sul canale La7, dopo i filmati sui BORGIA hanno ricostruito con filmati l'accaduto di quel 31 dicembre 1502, attori in costume con sfondi di monumenti storici di Senigallia. Rimasi affascinato dal filmato e da come era stato raccontato. Dopo alcuni mesi altro canale TV, stesso racconto ma altro filmato e altri attori altre immagini su Senigallia, anche questo raccontato in maniera affascinante. Quello che poi mi stupì di più fu che nessuno accenno niente sui giornali o riviste o al TG3, quando poi per un po di pubblicità per Senigallia si fa un baccano assurdo. Quelle furono due belle vetrine per Senigallia facendo vedere tutta la città odierna e là dove erano accaduti i fatti e come si erano svolti storicamente con attori in costume. Ricordo che i due filmati non duravano 5 minuti ma molto di piu. Sarebbe opportuno recuperare quei filmati e farli rivedere, forse come pubblicità per la città, conservare presso la biblioteca comunale con accesso libero a tutti o masterizzarli su CD e rivenderli.
Fabio Ciceroni 2014-01-01 10:00:21
Per precisione storica. La prima notizia che il Machiavelli fornisce sulla "Strage di Senigallia" si trova nella lettera inviata alla Signoria di Firenze in qualità di "legato" (diplomatico straordinario)della stessa presso Cesare Borgia, con l'incarico di sorvegliare le sue mosse. La lettera, tratta dall'opera "Legazione al Duca Valentino", è così firmata e datata: "Ex Conrinaldo die prima ianuarii 1503", scritta da Corinaldo.
Michele 2014-01-01 11:28:33
L'Italia ha storia, monumenti e paesaggi che ci invidiano in tutto il mondo, basterebbe valorizzarli. Qui facciamo il jambore con la cultura USA, gia' ho detto tutto.
Paolo 2014-01-01 18:38:38
E per fortuna che era il figlio del Papa!!!!!
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