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Legge elettorale: Napolitano e l’opposizione lasciata da parte

Il M5S: "Convocazione tardiva, Napolitano deve essere garante della Costituzione"

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Giorgio Napolitano nel mirino dei blogger di Byoblu

Quando ero piccolo, ricordo bene che spesso gli adulti pranzavano sul tavolone, in sala da pranzo, e noi bambini avevamo il tavolinetto con le sedie piccine picciò. Così loro non si sentivano in colpa e potevano parlare di cose da grandi e noi discutere dei nostri affarucci. Che ne so… le biglie, l’ultima raccolta di figurine Panini, qual era il dinosauro più forte. Ieri (24 ottobre, Ndr) il Quirinale ha fatto la stessa cosa. Ha invitato gli esponenti dei partiti di maggioranza (inclusa Scelta Civica, votata solo da Monti e Casini) a parlare con il Presidente di legge elettorale, lasciando da parte l’opposizione.

Ha parlato della legge fondamentale di uno Stato con chi rappresenta quattro gatti e ha lasciato fuori dalla porta nove milioni di italiani. Eppure, la legge elettorale è una di quelle questioni che deve essere discussa in Parlamento: se definiamo dunque la convocazione del Collefortemente irrituale” è solo perché esiste ancora il reato di vilipendio del Capo dello Stato.

Stamattina (25 ottobre, Ndr), dopo le dichiarazioni bellicose del Movimento 5 Stelle, della Lega e di Sel, il Quirinale ha fatto sapere di avere allestito il tavolino della Walt Disney, quello con Qui, Quo e Qua serigrafati sulla plastica. Ha preparato le patatine, la Coca Cola e la Fanta, un lecca-lecca a testa, i palloncini colorati e qualche fischietto (che si sa: ai bambini piace far casino), e poi ha chiamato per chiedere se ci fosse bisogno di un’animatrice o se i Cinque Stelle potevano giocare anche da soli. Ovviamente la risposta dai capogruppo del Movimento 5 Stelle (e per quanto ne so, anche della Lega) è stato un secco no: avevamo già un’altra festa di compleanno.

Questo il comunicato ufficiale letto da Paola Taverna all’inizio del live settimanale “5 giorni a 5 stelle”:

PERCHE’ NON ANDREMO DA NAPOLITANO

Il Movimento 5 Stelle, dopo il vergognoso ricevimento sulla legge elettorale che si è svolto nelle stanze dorate del Quirinale, alla presenza delle forze di maggioranza e di ben 2 Ministri, oggi non andrà all’incontro con il Presidente della Repubblica, tardivamente richiesto a giochi ormai fatti.
Non andremo perché non siamo né in una Monarchia assoluta, né in una Repubblica Presidenziale. Secondo l’articolo 87 della nostra Costituzione, il Presidente della Repubblica può inviare messaggi alle Camere, cioè a tutte le forze politiche. Ricevere invece le forze di maggioranza su temi specifici e delicatissimi come la legge elettorale, magari dando indicazioni e suggerimenti nel chiuso delle stanze e poi, solo il giorno dopo, ricordarsi di ricevere i “plebei” delle opposizioni, è perlomeno fortemente irrituale.
Non andremo perché la legge elettorale è questione che va discussa esclusivamente in Parlamento. Da tutte le forze politiche. Senza la prevaricazione delle maggioranze sulle minoranze. Con l’incontro di ieri Napolitano ha avallato la prevaricazione di chi è maggioranza parlamentare sulle opposizioni. Un comportamento tipicamente autoritario. Lo ha fatto, per di più, su una legge fondamentale dello Stato, sulla quale si basa tutto il funzionamento democratico delle Istituzioni della Repubblica.
Infine, Non andremo perché siamo una Repubblica parlamentare: Giorgio Napolitano deve essere garante della Costituzione Repubblicana e dell’equilibrio democratico. Deve quindi rispetto istituzionale a tutti. In primis, certamente, alla maggiore forza politica d’opposizione nonché alla forza politica più votata alla Camera dei Deputati.

Commenti
Ci sono 2 commenti
Bobo 2013-10-29 09:23:10
...e fanno bene. Questo Presidente non è il mio Presidente e non mi rappresenta. Il peggior Presidente della storia della Repubblica Italiana.
Luca Mori 2013-10-29 13:54:34
Visto come si è svolta l'elezione per il secondo mandato del presidente Napolitano, non dobbiamo stupirci del suo servilismo alla casta. Lo hanno eletto appositamente per non perdere il loro comodo posto e mantenerlo per i prossimi decenni.
La tristezza è che tutto questo baraccone viene spacciato per sistema democratico, non mi riconosco in tutto ciò, sono sempre più convinto che l'Italia ha bisogno di un cambiamento radicale. Inutile parlare con qualcuno che non vuole ascoltare, anche se si tratta del presidente della Repubblica.
Luca Senigallia 5 Stelle
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