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Senigallia: “C’era una volta la zona del silenzio”

Virginio Villani: "per attrarre i turisti si incoraggiano il chiasso delle folle, il rumore e lo sballo alcolico"

La folla di persone per la Notte della Rotonda 2013 a Senigallia

La Giunta Comunale di Senigallia il 27 luglio 1951 interveniva su un argomento di grande attualità, ma con una visione e una sensibilità distanti anni luce da quella odierna.

Questo il testo della delibera:
La giunta comunale, ritenuto che l’uso smodato delle segnalazioni acustiche degli autoveicoli e dei veicoli di ogni specie è di serio pregiudizio della città e che non sempre per la intensità del traffico è possibile distinguere se la segnalazione acustica stessa è abusiva o effettuata per necessità inerenti alla circolazione ecc., ritenuta pertanto la necessità di vietare nell’ambito della zona urbana del capoluogo l’uso delle segnalazioni acustiche degli autoveicoli e veicoli di ogni specie durante il periodo stagionale 15 giugno – 15 settembre a tutela delle quieta pubblica con particolare alla tranquillità della numerosa colonia di bagnanti, con voti unanimi delibera di creare la ZONA DEL SILENZIO nell’abitato urbano di questo capoluogo consistente nel divieto delle segnalazioni acustiche dei veicoli in genere ecc.”.

L’ordinanza fu reiterata probabilmente ancora per qualche anno. Allora non c’erano isole pedonali e sensi unici e si poteva tranquillamente transitare in auto per il Corso e in tutte le stradine del centro storico. Le auto in circolazione, anche sommando quelle forse più numerose dei turisti a quelle dei residenti, non dovevano essere molte. Il ricorso al suono dei clakson però era frequente e abbastanza rumoroso e sgradevole. Il turismo di allora era molto diverso da quello attuale: era ancora prevalentemente costituito da famiglie di ceto medio-alto e dai primi turisti tedeschi; la gente cercava il riposo, i bagni di mare e sole, divertimenti sobri, passeggiate, balli serali nei pochi locali, in sostanza una vacanza rilassante dai ritmi tranquilli.

L’amministrazione comunale perciò, consapevole di questo, si preoccupava che il soggiorno non fosse disturbato da rumori inutili e comportamenti chiassosi, del resto abbastanza rari. Nessuno infatti si sognava di ubriacarsi di notte al di fuori delle osterie.

Ma nessuno si immaginava nemmeno che decenni dopo per attrarre i turisti si sarebbe dovuto incoraggiare il chiasso delle folle, il rumore assordante della musica e lo sballo alcolico. Ma siamo sicuri che non vi siano alternative più intelligenti e civili? Che sia conveniente a lungo andare rincorrere un malcostume giovanile incoraggiato con un certo cinismo per fini puramente economici ? Alla fine chi paga il conto economico e morale di tutto questo? E chi ci guadagna?

Commenti
Ci sono 6 commenti
Michele 2013-07-21 14:42:44
Questa Giunta fa solo gli interessi di pochi e se ne frega dei cittadini, più palese di cosi.
Bucaniere 2013-07-21 15:46:44
Italia Nostra ha ragione, ma una volta (dagli anni trenta post-terremoto in poi) si privilegiavano le scelte per attrarre e fidelizzare i turisti, di tutta Italia e dall'estero, valorizzando le peculiarità proprie di Senigallia.
Sono decenni che invece si è guardato sempre più ad accontentare i locali portatori di voti, restringendo a questi le politiche turistiche, urbanistiche, del commercio, ecc.
Con i bei risultati che ci si ritrova ora : mi sa che è tardi per rimediare...
pie 2013-07-21 15:58:00
Concordo con Michele, ma direi che (...omissis...) " fa solo i suoi interessi"
roberto 2013-07-21 19:32:14
nel 1951 si era meno istruiti, ma più sensibili ai problemi delle persone, ora il livello di istruzione è salito e serve per curare meglio ...i propri interessi!
Cornelio 2013-07-22 11:31:11
Sono cittadino di Senigallia quanto voi, ne più ne meno, e concordo con le scelte della giunta in materia di turismo. Non ho un locale, ne un negozio ne faccio parte di alcun partito ma quello che Senigallia ha fatto in questi ultimi anni per il turismo è stato notevole. Ricordo negl'anni 90 quando lavoravo nei bar e facevo le stagioni non c'era tutto questo movimento in giro, non c'erano tutte queste strutture e tutte queste proposte. Oggi è sicuramente meglio di 20 anni fa. Il "si stava meglio quando si stava peggio" non è vero per tutto. Se poi qualcuno è scontento pazienza... Anche io lo sono spesso per altre cose.
Betto Lelli 2013-07-22 18:30:13
La questione meriterebbe di essere trattata sotto diversi aspetti ma ne risulterebbe un post kilometrico; mi limito perciò, in estrema sintesi ed inevitabilmente banalizzando, al solo aspetto 'economico'. Due premesse (a scanso di equivoci): 1-non ho simpatie per l'amministrazione locale, che considero la "meno peggio", nè intendo darle contro. 2-anche io apprezzo il silenzio e la quiete, cose ottenibili allontanandosi dai grandi centri abitati come ad esempio a Montesecco (frazione di Pergola, posto incantevole scelto non per caso, vedremo dopo perchè); detesto il chiasso, gli alti volumi e pure la musica di sottofondo dei supermercati. Ciò detto, una 20ina di anni fa, le lagnanze riguardo la città (prevalentemente giovanili, ma non solo) erano: "Senigallia è un mortorio / non c'è niente, non si fa niente, nessuna iniziativa / in Romagna sì che c'è VVita / gnègnègnè..." Come detto giustamente sopra, da allora diversi sforzi sono stati fatti in quella direzione (lavori e sistemazioni in centro + riapertura della rotonda, il Caterraduno, la notte bianca, il Summer Jamboree ecc.) Il fatto è che si sono mossi anche tutti gli altri centri abitati d'Italia più o meno grandi; ad esempio a Marotta è imminente la notte bianca; a Montesecco, ebbene sì anche là, si organizzano il loro evento estivo (in questo caso la notte Verde). La 'creazione industriale' di 'eventi' è diventato un 'modello di business' affermato che fà muovere gente e soldi (al riguardo è significativa la parte bassa del manifesto di Montesecco che riassume a grandi linee i desideri espressi 20 anni fa: "fino a tarda notte Animazione Divertimento e Ristorazione"). Allo stesso tempo è diventata una necessità a cui l'amministrazione comunale molto difficilmente può sottrarsi: in breve, da Roma arrivano sempre meno risorse / l'Ici nella nuova versione (Imu) se la prende Roma / i comuni sono di fatto obbligati ad aumentare le tasse di loro competenza a cittadini e soprattutto attività commerciali, che a loro volta oramai pretendono questi eventi dal comune. Direi che di fatto il sindaco si trova in un c*l-de-sac. Per farsi un'idea di cosa potrebbe accadere se l'amministrazione si 'azzardasse' a non organizzare più una manifestazione di quelle importanti si pensi ai 'fuochi' dell'anno scorso, spostati dal porto alla rotonda, situazione che di fatto ha tagliato fuori il lungomare Mameli...
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