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Senigallia figura bene in Europa come Città Interculturale

Ecco i risultati di un'indagine internazionale: integrazione e inserimento nella vita sociale

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Interculturalità

Senigallia ha da tempo messo in atto iniziative politiche che ne fanno a pieno titolo una Città Interculturale e che può anche essere presa come esempio da imitare per le politiche volte appunto a favorire l’interculturalità.

È questo il principale risultato dell’indagine condotta dal Programma “Intercultural Cities“, un’iniziativa congiunta tra il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea che ha portato a valutare con appositi questionari 50 città italiane ed europee.

L’analisi si è sviluppata attraverso 69 domande raggruppate in 14 indicatori, riguardanti le seguenti materie: l’impegno in ambito di politiche interculturali; il sistema scolastico; i quartieri della città; i servizi pubblici; il mercato delle imprese a lavoro; le politiche culturali e l’impegno civile; gli spazi pubblici; la mediazione e risoluzione dei conflitti; la lingua; i mass media e l’informazione; la competenza in politiche di governo e di accoglienza.

L’esito dei questionari è stato molto positivo per il Comune di Senigallia, che si è posizionata al 29° posto tra le 50 città del campione considerato, ma soprattutto figura in maniera eccellente tra le “piccole” città: è infatti al 2° posto tra le 21 città esaminate che contano meno di 200.000 abitanti e addirittura al 1° posto tra le 26 città considerate che registrano un numero di abitanti stranieri residenti inferiore al 15%.

Il risultato di questa indagine costituisce motivo di grande soddisfazione per l’Amministrazione Comunale, che ha attuato negli anni azioni politiche e investito risorse economiche in tal senso. Questo ha permesso di far segnare, secondo l’analisi del Programma “Intercultural Cities” un tasso di conseguimento degli obbiettivi in ambito di impegno politico interculturale pari al 61%.

Senigallia ha adottato ad esempio politiche per favorire l’integrazione culturale dei bambini stranieri nelle scuole primarie, coinvolgendo anche i genitori immigrati nella realizzazione di progetti interculturali.

Altre iniziative riguardano il settore delle politiche dei servizi: è stato incoraggiato l’ingresso degli immigrati nel mondo del lavoro mediante tirocini e il Consiglio Comunale ha adottato un documento per vietare le discriminazioni sul posto di lavoro.

L’Amministrazione opera poi con le proprie attività e risorse, assieme al mondo delle associazioni di volontariato, per sostenere l’integrazione degli immigrati nella vita sociale della città, dal momento che il tempo libero rappresenta una buona occasione per far incontrare e confrontarsi con gli abitanti di una cultura diversa. Numerose sono inoltre le iniziative culturali, gli eventi artistici e sportivi volti all’integrazione, nonché i dibattiti pubblici e le campagne informative attorno ai temi della diversità e della civile convivenza. Il tasso raggiunto in questo settore raggiunge secondo l’indagine il 75%.
La città sostiene inoltre progetti atti a promuovere un’immagine positiva del migrante/straniero e promuove l’armonia interculturale: si pensi ad esempio al “Giardino multietnico” e alla “Festa del Cacao“.

Senigallia ha mostrato, secondo il progetto, sensibilità e prontezza nel cogliere le esigenze dovute alla presenza di abitanti di diversa cultura ed etnia, mettendo in campo di volta in volta approcci diversi senza imporre modalità di comportamento. In questo la nostra città raggiunge il 78% di successi, che rappresenta il più alto tasso di conseguimento rispetto al campione di città analizzato dall’indagine. Qui sono state attuate serie e rigorose politiche rivolte all’accoglienza, attraverso servizi comunali e politiche di sostegno per i nuovi arrivati in città, membri di famiglie appena arrivate, rifugiati, lavoratori stranieri.

È il caso di ricordare in proposito che già da molti anni è stato istituito un organismo indipendente politico – il Consigliere straniero aggiunto – proprio per rappresentare le minoranze etniche.

Esistono inoltre nella nostra città servizi di mediazione presenti negli ospedali, nei consultori e nello stesso Comune.
Tutti gli spazi pubblici di una città, del resto, se ben gestiti, possono essere luoghi di integrazione, come dimostra il fatto che a Senigallia non esiste una zona definita “pericolosa”, né un’area cittadina dominata esclusivamente da un solo gruppo etnico.

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