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La casa protetta ex Irab di Senigallia diventa fondazione privata

Cambio di forma giuridica e nuovi progetti per il futuro. A partire dalla veste dell'edificio

Fondiaria Sai Senigallia
Il Presidente della Fondazione Città di Senigallia Michelangelo Guzzonato ed alcuni membri del Cda

La casa protetta per anziani Ex Irab di Senigallia cambia forma, veste e strategia. Diventa “Fondazione Città di Senigallia“, un ente privato con finalità pubbliche, si rinnova in campo patrimoniale con la ristrutturazione dell’edificio e partecipa nell’intervento denominato “orti del vescovo”.

E’ il presidente Michelangelo Guzzonato – assieme ai consiglieri membri del cda – a dare la notizia di quello che viene definito un “passo epocale per l’innovazione giuridica” che vede l’ente da pubblico trasformarsi in privato. Un passaggio che non intacca ruoli o funzioni, convenzioni o servizi: la mossa è stata dettata da motivi tecnico burocratici, con la macchina pubblica spesso troppo lenta e farraginosa per rimanere al passo coi tempi. E le porte per soci, pubblici o privati di interesse pubblico, rimangono ovviamente aperte.

Ma con la trasformazione giuridica arriva anche l’innovazione nel campo delle strutture e del patrimonio immobiliare: è stato consegnato infatti l’appalto per la ristrutturazione dell’edificio di via Cellini che consentirà all’ente di passare dalla dotazione attuale di 59 ai futuri 92 posti letto, sempre riservati ad anziani non autosufficienti.
Un bando di gara da 7 milioni di euro che darà nuova “vita” al centro sanitario: Guzzonato è soddisfatto nell’annunciare che, se la volumetria aumenterà di quasi 6 volte, verrà garantita, con la domotizzazione, un’efficienza energetica decisamente migliore (consumi che potrebbero scendere fino ad 1/8 del livello attuale).

Quindi meno consumi grazie ad una strumentazione elettronica più “attenta” alle bollette e più posti letto per la comunità senigalliese. Questo per quanto riguarda la ristrutturazione che dovrebbe vedere completato il primo stralcio di lavori a giugno 2013 e che si avvarrà di un aiuto dalla Regione Marche per 600.000 €.

L’altra novità che presidente e consiglieri (Daniele Corinaldesi, Maria Antonietta Muzi, Andrea Bacchiocchi, Mauro Bedini, Stefano Canti e il vicepresidente Ferdinando Salvioni) tengono ad annunciare è la partecipazione nel progettoorti del vescovo“.
Si tratta di una riqualificazione di una parte importante della città finora non adeguatamente valorizzata che porterà, in pieno centro storico, una bella fetta di appartamenti specifici per l’edilizia residenziale pubblica, circa 38. L’operazione, già anticipata sulla stampa diverse volte, ha un valore complessivo di quasi 15 milioni di euro, di cui la maggior parte a carico della Diocesi e un’altra importante fetta a carico proprio della Fondazione Città di Senigallia (partecipano anche Comune, Parrocchia del Duomo e l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero).

Appartamenti che verranno affittati per 25 anni (questa è la condizione per cui sono stati vinti anche dei contributi FAS europei per circa 3,5 milioni di euro) a un canone inferiore del 25% a quello concordato, anche questi destinati agli anziani (stavolta autosufficienti).

Insomma progetti a tutto tondo per “rispettare quello che è il nostro genoma – afferma il presidente Guzzonato – e andare incontro alla comunità“, soprattutto ai suoi membri più deboli come gli anziani. “Ora dobbiamo trottare parecchio – conclude – per cercare di realizzare al meglio questi progetti e gli altri che verranno: in questo ci mettiamo la faccia e poi si vedrà“.

Commenti
Solo un commento
O. Manni
Paul Manoni 2012-07-22 01:06:29
Sussidiarietà MALATA e VIZIATA back in action! Stiamo assistendo a un’autentica predazione di scarse risorse pubbliche da parte dei soliti noti. Un circolo vizioso che orientativamente funziona così: prima si finanzia e privilegia arbitrariamente la Chiesa; poi si sostiene che è necessario delegare attività svolte dallo Stato (appartamenti popolari o posti letto per anziani che sia); quindi si afferma che soltanto la Chiesa ha dimensioni e capillarità tali da poterle svolgere; e infine, sulla base dell’importanza della funzione sociale svolta dalle sue infinite ramificazioni, la si finanzia e la si privilegia ancor più di prima (!). Una spirale praticamente. Senza dimenticare la creazione di un vero e proprio condizionamento del mercato. La sussidiarietà così orientata ed applicata infatti, rappresenta praticamente la mano dello Stato sul mercato, che non si limita a regolare, ma ne determina i vincitori, stroncando l'eventuale concorrenza. Qualcuno si è chiesto cosa accadrà a quei 38/40 appartementi "popolari" in pieno centro, la cui costruzione è stata finanziata con soldi pubblici, al termine dei 25 anni di contratto per un canone "popolare"??? Provate ad immaginarlo...Fuori dagli zebedei gli inquilini, prezzi che lievitano a vista d'occhio, con un'evidentissimo guadagno da parte di chi detiene la proprietà..."Orti del Vescovo" bastano a rendere l'idea di chi sia quella proprietà. Ebbene se la sussidiarietà diventa uno strumento per favorire surrettiziamente la religione, e in particolare una confessione religiosa sola, la solita, si finisce ancora una volta per attentare alla laicità dello Stato e delle sue istituzioni. NON SCORDATEVELO.
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