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Sisma Emilia Romagna, sono 17 le vittime: ritrovato l’ultimo operaio disperso

Aperta l'inchiesta sui capannoni industriali crollati. Squinzi, Confindustria: "A norma"

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Capannone industriale crollato dopo il terremoto in Emilia Romagna

Salgono a 17 i corpi estratti dalle macerie per il terremoto del 29 maggio 2012 a Mirandola e negli altri comuni del modenese. Un bilancio tragico che purtroppo si è aggiornato costantemente fino alla scoperta dell’ultimo cadavere rinvenuto, quello dell’operaio dell’azienda di Medolla, Biagio Santucci, finora – mercoledì 30 maggio – dato per disperso.

Ed è sempre notizia recente che la Procura di Modena ha aperto un’inchiesta – per ora senza indagati – per omicidio colposo e lesioni colpose, sui crolli causati dal violento sisma di magnitudo 5.8 che ha investito l’Emilia Romagna.
I magistrati Luca Guerzoni e Mariangela Sighicelli dovranno indagare sulle cause che hanno portato al crollo diversi capannoni industriali nell’area investita ed accertare se fossero state rispettate le norme antisismiche.

I presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha affermato che i capannoni erano nella normalità, che la zona non fosse classificata come ad alto rischio sismico e che quindi è propenso ad escludere malafede tra gli imprenditori, trattandosi solo di una tragica fatalità.

Dal 20 maggio, giorno delle prime scosse, sono stati oltre mille i terremoti registrati nella pianura padana emiliana, tra Modena, Ferrara e Bologna. E’ quanto dichiara l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che ha reso noti sul suo sito – come sempre – i dati dei vari sismi registrati nella zona.

Le maggior parte delle scosse, eccezion fatta per quelle pochissime oltre i 5 gradi della scala Richter, avevano magnitudo compresa tra i 2 e i 3 gradi, rientrando dunque nel quadro di “normale sismicità“, secondo il sismologo Alessandro Amato.
Sempre dall’Ingv hanno fatto sapere che le probabilità di altre lievi scosse sono alte, mentre sarebbero basse quelle relative a forti movimenti tellurici nonostante la rottura di una nuova faglia, dal fronte di circa 40 km.

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