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Senigallia, Orti del Vescovo e Piano Cervellati: miglioramento o falso storico?

Italia Nostra sulla riqualificazione: "Legittimo allora ricostruire tutti i palazzi non decorosi"

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Un tratto dei Portici Ercolani a Senigallia

Il Piano del centro Storico prevede la ricostruzione dell’isolato che va sotto il nome di “Orti del Vescovo“, cioè il complesso di edifici di proprietà della curia compreso fra via Cavallotti e via Portici Ercolani e che include attualmente il Circolo ACLI.

Il progetto è in fase avanzata di elaborazione e una delle proposte più accreditate vorrebbe aggiungere al nuovo edificio un altro tratto di portici di fronte al fiume, identico a quello che attualmente termina con l’edificio dell’ex Palazzo Micciarelli o ex Filanda, con fronte su piazza del Duomo.

Il Piano particolareggiato del centro storico detto anche Piano Cervellati, ispirato al principio del recupero dell’immagine originaria della città murata, è vero che si spinge fino a prevedere per alcuni palazzi il ripristino delle altezze e delle facciate precedenti il terremoto del ’30, ma non arriva ad ipotizzare il falso storico.

In questo caso il prolungamento dei portici viene giustificato con il miglioramento estetico della veduta della città dal lato del fiume. Ma si tratta di un miglioramento tutto da dimostrare, dal momento che inevitabilmente il nuovo portico per la diversità dei materiali e delle tecniche costruttive verrà a risultare comunque “datato” e quindi difforme rispetto all’originale.
E in ogni caso, se questo principio si affermasse, sarebbe allora legittimo anche ricostruire la facciata di qualsiasi altro edificio ritenuto non decoroso in barba al principio della conservazione dell’architettura storica di una città.

Nel caso specifico poi viene anche il dubbio che la spinta principale a questa operazione sia soprattutto la prospettiva di realizzare appartamenti sul lungofiume, sopra l’avanzamento dei portici, cosa che viene giustificata con la necessità, comunque discutibile, di un miglioramento estetico.

Invece un intervento del genere modificherebbe la prospettiva attuale del lungofiume, che si chiude volutamente con l’isolato interamente porticato dell’ex Filanda, che funge da raccordo con il vuoto della piazza e attribuisce compiutezza a tutto il sistema dei portici.

Una modifica di questa prospettiva legittimerebbe una visione molto arbitraria del recupero dei centri storici. La qualità estetica di un recupero si può ottenere ugualmente con interventi sobri, rispettosi dell’esistente e che sappiano armonizzarsi con l’architettura storica senza ricorrere a modelli architettonici storicamente superati.

Commenti
Ci sono 2 commenti
Fabio Ciceoni 2012-03-08 09:45:22
Convengo con Italia Nostra: non si traterebbe del ripristino di una preesistnza, ma solo di un artificio surrettizio.
Claudio Tarsi 2012-03-08 12:50:55
Contrarissimo al falso storico perchè fonda le sue radici in una filosofia MORTA e non umana, ovvero erge ideologicamente una certa architettura come un certo momento storico a IDOLO, cioè ad apice del bello che quindi non può essere superato ma al massimo copiato. L'uomo però è fatto per crescere e superarsi sempre, passando per degli sbagli che man mano che vengono corretti portano ad un bello sempre più alto e vivibile, se usciamo da questa prospettiva perdiamo la nostra essenza e ricusiamo la nostra ricchezza.
Seguire l'idolo del "falso storico" è un grave sbaglio contro l'umanità di tutti i senigalliesi.
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