E’ scattata la rivolta contro la decisione dei centri commerciali di rimanere aperti tutte le domeniche dell’anno. Sul piede di guerra anche se con motivazioni diverse, i negozianti del cosiddetto centro commerciale naturale, i sindacati e le associazioni di categoria, ma anche le commesse dei megastore

Il focolaio delle polemiche è divampato dopo la decisione da parte dei centri commerciali di attuare quanto previsto dal decreto sulle liberazioni di aperture e orari, ovvero l’apertura degli esercizi commerciali tutte le domeniche, 24 ore su 24.

Il responsabile Cisl, Maurizio Andreolini, e il segretario della Cgil, Mohammed El Hasani, hanno sottolineato quanto questo decreto sia velleitario per risolvere la crisi: non favorirà l’aumento dei profitti e, allo stesso tempo, danneggerà la stabilità familiare di tutti quei dipendenti che dovranno sacrificare le domeniche trascorse altrimenti in famiglia, con una qualità della vita che peggiorerà notevolmente.

A sollecitare una “trattativa” intervengono i negozianti del centro storico a gestione familiare: tenere aperto tutte le domeniche dell’anno è per loro praticamente impossibile tanto che negli ultimi week end alcuni negozianti hanno deciso di tenere le serrande abbassate.

Contro le aperture domenicali ad oltranza si sono schierati anche le associazioni di categoria che avevano chiesto al Comune di trovare un accordo. Il Sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha dichiarato che in settimana verrà fissato un altro incontro dove si cercherà di trovare un’intesa: nell’ultimo colloquio avuto tra i direttori dei centri commerciali e le associazioni di categoria, si era concordato per 40 aperture domenicali, un aumento rispetto alle 26 previste l’anno precedente.