E’ costato caro ad un barista 40enne aver posto in vendita nel suo esercizio, che si trova alla periferia della città, confezioni di cioccolatini e di caramelle di vario genere senza che fossero indicati i rispettivi prezzi. Ad accorgersi della cosa sono stati i carabinieri che hanno redatto in proposito un verbale. n base ad esso l’ufficio di polizia municipale ha ora elevato al barista una sanzione amministrativa di 516 euro. I vigili hanno respinto la tesi del commerciante in base alla quale il verbale avrebbe fatto riferimento a merce non esposta in vetrina o nell’ingresso, ne esposta sul bancone di vendita, ma all’interno di un frigorifero non accessibile al pubblico. «Ovunque collocati – è la tesi della polizia municipale – i prodotti devono indicare in modo chiaro e ben leggibile il prezzo di vendita al pubblico mediante l’uso di un cartello o con altre modalità idonee allo scopo». I controlli di carabinieri e polizia municipale in questo settore sono particolarmente attenti. Ne sa qualcosa anche un’altra commerciante. Si tratta di una senigalliese, 36enne, titolare di una pizzeria. In questo caso i carabinieri avevano accertato che nella pizzeria era in vendita al pubblico pizza in teglie già tagliata a pezzi, senza però l’indicazione del prezzo al pubblico. La titolare dell’esercizio, dal canto suo, aveva fatto presente di essersi attenuta alle norme relative alla modalità di esposizione dei prezzi, sostenendo che sono molte le pizzerie che espongono un solo listino con riportate le tipologie di pizza ed i relativi prezzi. Per il comando della polizia municipale, al quale è passato il verbale per competenza, però «i prodotti esposti sui banchi di vendita devono indicare in modo chiaro e ben leggibile, il prezzo di vendita al pubblico mediante l’uso di un cartello o con altre modalità idonee allo scopo». Così per la pizzaiola è scattata la sanzione, fissata dalla polizia municipale nella misura di 516 euro.